Permesso di soggiorno con 6.500 euro e finto matrimonio: smantellata la truffa, sono 16 gli arrestati. Tra i reati quello di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Blitz dei carabinieri messo a segno nelle scorse ore. Sgominata una banda di criminali specializzata nell’organizzazione di matrimoni “di comodo”, una truffa per far ottenere ai cittadini stranieri dei permessi di soggiorno.
Oltre al giro di matrimoni fittizi, gli interessati pagavano fino a 6500 euro per ottenere i documenti. In tutti sono 18 le persone sottoposte a misura cautelare.
Chiesti fino a 6.500 euro per un (finto) “sì”
Smantellata la truffa dei matrimoni a pagamento, messi in piedi per far ottenere il reddito di cittadinanza. Sarebbero circa 40 i riti di comodo accertati dalla Procura di Napoli, al lavoro sul caso attraverso un’indagine avviata nell’estate del 2019.
Il giro si sviluppava nei comuni di Napoli, Castel Volturno, Mondragone, San Cipriano d’Aversa e Avezzano. Attraverso un’articolata attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, i militari della Compagnia di Caserta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 soggetti.
Su disposizione dell’ufficio Gip del Tribunale di Napoli, le misure cautelari hanno visto 5 soggetti finire in carcere, 11 finire agli arresti domiciliari e 2 finire sotto obbligo di dimora. Tutti risultano gravemente indiziati, a vario titolo, per il reato di associazione a delinquere, finalizzata a favorire l’illecito ingresso e l’indebita permanenza nel territorio italiano di stranieri clandestini e irregolari. Nel mirino 5 persone di nazionalità marocchina e 13 persone di nazionalità italiana, tra le quali 12 donne.
Secondo quanto è stato ricostruito dalle autorità, i cittadini stranieri interessati ad ottenere il permesso di soggiorno potevano pagare tra i 5000 e i 6500 euro in contanti per sposarsi e acquisire così la documentazione necessaria. Lo schema era dunque quello del cosiddetto “matrimonio di comodo”, organizzato tra cittadini italiani compiacenti (che ottenevano un corrispettivo in denaro) e cittadini extracomunitari (che versavano il corrispettivo in denaro). Alla luce dell’avvenuto “matrimonio”, gli stranieri potevano dunque richiedere e ottenere le carte per il permesso di soggiorno.
Da quanto è emerso dall’articolata attività investigativa, il gruppo criminale era ramificato principalmente nei comuni di Napoli, Castel Volturno, Mondragone, San Cipriano d’Aversa e Avezzano. L’intensa attività d’indagine ha permesso di accertare oltre 40 matrimoni fittizi, con un volume di affari totale stimato di quasi 200mila euro.