Associazioni e organizzazioni umanitarie unite per chiedere la fine del conflitto in Ucraina con l’Italia promotrice di un vertice per la pace. Ma sul tema i partiti si dividono e invece di preparare un evento comune, ognuno fa per sé.
Si prepara la prima grande manifestazione per chiedere la pace dopo lo scoppio della guerra in Ucraina che sarà promossa dalla società civile con l’obbiettivo di chiedere che l’Italia sia la promotrice di una conferenza internazionale organizzata dalle Nazioni Unite. Tra gli organizzatori principali ci saranno Arci, Acli e diverse associazioni e organizzazioni umanitarie.
L’evento dovrebbe svolgersi a Roma il 12 o il 19 novembre e vedrà un grande corteo sfilare per le strade della Capitale. La richiesta principale è che sia una manifestazione “apolitica e senza bandiere di partito“.
LE ALTRE MANIFESTAZIONI
“Siamo tuttз profondamente preoccupatз per l’escalation militare che ha portato il conflitto armato alla soglia critica della guerra atomica” si legge in un comunicato di Arci che ha già organizzato un’altra manifestazione tra il 21 e il 23 di ottobre. “La coalizione Europe for Peace, formata dalle principali reti per la pace in Italia con l’adesione di centinaia di organizzazioni, torna di nuovo nelle piazze italiane per chiedere percorsi concreti di Pace in Ucraina e in tutti gli altri conflitti armati del mondo” è la nota pubblicata dal sito dell’associazione.
Un’altra manifestazione è prevista per il 5 novembre a Roma con la partecipazione delle organizzazioni sindacali insieme a oltre 500 realtà sociali, i quali inoltre rivendicano i diritti nel mondo del lavoro, dal titolo Non per noi ma per tutte e tutti. “La pace in primis dunque condizione necessaria per tornare a parlare di lavoro: perché se vogliamo costruire un’economia di pace dobbiamo cambiare il modello produttivo. La pace oggi è la parola più rivoluzionaria che possiamo esprimere” si legge nella nota stampa dell’organizzazione. Tra i partecipanti sono previsti Baobab Experience e la Fiom.
LA PACE SECONDO I PARTITI
Intanto anche la pace diventa terreno di scontro e dibattito politico. Carlo Calenda prevede “una grande manifestazione a Milano” mentre il Pd e il suo segretario Enrico Letta hanno organizzato un sit-in davanti all’ambasciata russa a Roma. I due leader politici rispondo così alla richiesta di Giuseppe Conte di una marcia a cui parteciperà anche il M5S su cui ancora non si conosco i termini dell’organizzazione.
Il leader di Azione ha così commentato l’iniziativa del capo politico dei pentastellati: “Conte porterà in piazza le persone che sono a favore della resa degli ucraini e quindi non della pace, perché se tu voti contro l’invio delle armi e contemporaneamente chiedi la pace stai chiedendo la resa. Noi siamo invece per il supporto agli ucraini e contemporaneamente per l’apertura di un negoziato che non li porti alla resa ma che nasca dal fatto che si riconosce che l’invasione russa è stata fermata e deve continuare ad essere fermata”. Il segretario del Pd afferma invece: “Noi partecipiamo a tutte le iniziative che vogliono ribadire la necessità della pace e ovviamente a tutte quelle in cui viene dato il segnale del fatto che c’è una responsabilità chiara da parte della Russia“.
Ieri pomeriggio Conte ha presenziato alla prima riunione dei nuovi eletti in Parlamento del Movimento 5 Stelle. Alle domande dei giornalisti sulle sue posizioni ambigue sulla Russia e sulle simpatie verso Putin espresse in passato ha risposto: “La nostra posizione non è ambigua: ferma condanna della Russia, anche degli ultimi attacchi missilistici, e sostegno alla popolazione ucraina a cui riconosciamo il diritto all’autodifesa. Ma il problema è che è scomparso il negoziato di pace che per noi e l’unica via d’uscita. Vogliamo una grande conferenza di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite e con il sostegno della Santa sede“.