Il marito della donna trovata morta in casa a Osimo è sospettato di averla picchiata e uccisa durante un litigio.
Interrogato dal pm, l’uomo ha dato una versione poco chiara dei fatti.
Si trova in stato di fermo di indiziato di delitto per omicidio volontario aggravato Tarik El Ghaddassi. È il marito di Ilaria Maiorano, 41 anni, la donna trovata priva di vita in casa a Osimo con segni di percosse sul corpo.
A renderlo noto è stato il legale dell’uomo, l’avvocato Domenico Biasco, mentre usciva dalla caserma dei carabinieri di Osimo, alla fine di un interrogatorio fiume davanti al pm Danile Paci. Un interrogatorio più volte interrotto a causa dei ripetuti malori di El Ghadassi.
Finora l’indiziato ha fornito una versione dei fatti piuttosto confusa. A quanto è trapelato dovrebbe esserci stato un litigio con la moglie, causato dalla gelosia. Poi una colluttazione sfociata in tragedia.
Caduta accidentalmente o picchiata a morte?
È ancora avvolto nel mistero ciò che è successo verso le 10 di ieri nel casolare al civico 149 di via Montefanese, semi nascosto da un canneto, con dei vetri in frantumi, intestato a un istituto religioso, dove abita la famiglia che è nota ai servizi sociali. Stando a ciò che riportano le agenzie di stampa, non erano in casa le due figlie di 5 e 8 anni che la madre talvolta portava nella moschea, vicino al grande parcheggio di Osimo, affinché imparassero l’arabo. A caldo l’uomo, che precedenti di polizia per droga e si trovava ai domiciliari dopo essere stato condannato a dieci mesi di carcere per evasione, avrebbe parlato agli investigatori di un incidente domestico, sostenendo che la moglie sarebbe caduta.
Una versione dei fatti, la sua, a cui gli investigatori con ogni evidenza non credono. Il sospetto è che invece Ilaria sia stata colpita a mani nude e massacrata di botte al culmine di un litigio. I Ris dei carabinieri hanno ispezionato il casolare per diverse ore e hanno eseguito i rilievi. Il medico legale Francesco Busardò ha esaminato il corpo senza vita della donna, ma nulla è trapelato sull’esito di questa prima ispezione.
Durante il pomeriggio, il patologo è andato, assieme al suo staff, dai carabinieri nel momento in cui in caserma c’era anche il pm di Ancona Daniele Paci per interrogare il sospettato. I tempi per sentirlo si sono però allungati. In caserma El Ghaddassi avrebbe dato in escandescenze. Si è reso così necessario far intervenire l’ambulanza e l’automedica per trattarlo sul posto. “Ancora non abbiamo fatto niente – ha detto verso le 18 l’avvocato del sospettato, Domenico Biasco – Siamo in attesa. Vedremo se deciderà di rendere dichiarazioni…”. In caserma è giunto anche un analista forense: forse per analizzare il telefono dell’uomo e cercare di ricostruire i contatti.