Braccio di ferro Lega-FdI per le presidenze di Camera e Senato

Giovedì la prima assemblea del Senato, la presidenza dovrebbe andare a FdI ma se la gioca con la Lega e lascia in sospeso lo scranno di Montecitorio.  Salvini vuole ancora il Viminale ma Meloni risponde sempre picche. 

Braccio di ferro Lega-FdI per le presidenze di Camera e Senato

Giovedì la prima assemblea del Senato, la presidenza dovrebbe andare a FdI ma se la gioca con la Lega e lascia in sospeso lo scranno di Montecitorio.  Salvini vuole ancora il Viminale ma Meloni risponde sempre picche. 

L’accordo sulla formazione per il governo è ancora pieno di ostacoli per il Centrodestra, mentre la scelta dei presidenti delle aule del Parlamento si avvicina e la coalizione sembra avere trovata una quadra almeno nella proposta dei nomi da presentare giovedì durante la prima seduta del Senato. E’ previsto per domani un vertice tra i leader dei partiti per chiarire la questione e chiudere entro la settimana, “l’accordo deve essere complessivo, non ci sono prove di forza in corso” sottolineano da FdI, “ma se la presidenza del Senato dovesse toccare a Fdi allora cambierebbero gli equilibri anche nell’esecutivo“.

La Lega proverà a proporre Roberto Calderoli per palazzo Madama mentre Fratelli d’Italia si fa forte del nome di Ignazio La Russa il quale sembra essere favorito sull’alleato leghista. Fratelli d’Italia è sicura di poter chiudere alla prima votazione, come fa trapelare lo stesso ex-ministro della Difesa il quale all’uscita della riunione del partito afferma “Sono stati fatti passi avanti“. A questo punto verrebbe lasciato il campo a Montecitorio per un esponente del Carroccio, i papabili sono il ministro uscente Giancarlo Giorgetti e l’ultimo capogruppo della Camera Riccardo Molinari.

SALVINI NON MOLLA

Nell’ultimo incontro tra i leader dei partiti di Centrodestra, Matteo Salvini si è mostrato molto ostinato nel voler chiedere ancora una volta il ministero degli Interni per sé stesso. La risposta da parte di Giorgia Meloni è sempre la stessa: No, l’alternativa proposta è il ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Ma molto dipenderà dal risultato delle votazioni sulle presidenze delle aule del Parlamento. FdI potrebbe utilizzare la poltrona di palazzo Madama come merce di scambio per palazzo Chigi, mentre Forza Italia punta ancora tutto su Antonio Tajani agli Esteri e Licia Ronzulli a un ministero di peso (Sanità o Istruzione).

LE PAROLE DI MELONI

L’ho detto agli alleati e lo dico anche a voi che siete la squadra di Fratelli d’Italia in Parlamento: puntiamo a dar vita a un governo autorevole e di altissimo livello, che parta dalle competenze – ha affermato Giorgia Meloni durante l’assemblea di FdI -. Puntiamo a dare a questa nazione il governo più autorevole possibile. Non c’è spazio per questioni secondarie rispetto a questo obiettivo. Se e quando il Presidente della Repubblica dovesse affidarci l’incarico, puntiamo a essere pronti e il più veloci possibile, anche nella formazione del governo, lavoreremo per procedere spediti partendo dalle urgenze dell’Italia, come caro bollette, approvvigionamento energetico e legge di bilancio. Non possiamo e non vogliamo perdere tempo. E’ una sfida di cui sentiamo la responsabilità e intendiamo affrontarla con serietà e capacità“.

E ancora “Tutto quello che faremo sarà per difendere gli italiani e non saremo mai disposti a fare scelte che vadano contro l’interesse nazionale. Siamo consapevoli del risultato che abbiamo ottenuto e sentiamo la responsabilità di dover affrontare una sfida di governo nella condizione più difficile nella quale l’Italia potesse trovarsi” ha dichiarato la leader di FdI alla riunione dei nuovi in Parlamento. “Ogni qual volta entrerete in Parlamento dovrete pensare a tutti gli italiani che il 25 settembre hanno visto in noi la loro speranza e ci hanno messo in mano il loro futuro. Così come dovrete pensare a tutti quelli che non ci hanno votato perché, in alcuni casi, la speranza l’hanno persa. E dovremo lavorare per far cambiare loro idea“.