L’avvistamento dei caccia russi è avvenuto nello spazio polacco e svedese. E gli Eurofighter italiani si sono alzati in volto per intercettarli.
Tensione alle stelle nella zona più calda a livello geopolitico. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina il Baltico è diventato luogo del braccio di ferro tra Russia e Nato.
Oggi gli Eurofighter italiani sono stati costretti a decollare immediatamente per intercettare 4 caccia russi penetrati all’interno degli spazi aerei di Polonia e Svezia prima di fare rientro in quello di Kaliningrad. Lo ha comunicato il canale Twitter dell’Aeronautica Militare.
Quello che in gergo tecnico si dice “scramble” è scattato quando quattro caccia russi si sono alzati in volo da Kaliningrad, l’enclave russa russa sul Mar Baltico. I velivoli, quattro moderni Sukhoi 35 decollati senza preavviso, puntavano dritto verso i confini marittimi della Polonia. Sfiorando il muro del suono e in formazione d’attacco si sono diretti a bassa quota verso l’area più calda del momento, dove si è verificato il sabotaggio dei due gasdotti Nord Stream.
Senza sorvolare il territorio polacco, sono deliberatamente penetrati nella Fir di Varsavia, la linea ideale del cielo che delimita le competenze dei singoli Stati nazionali. Dopo essere entrati nello spazio aereo polacco, i caccia russi hanno deviato verso quella svedese. Sempre rimanendo nelle acque internazionali, ma lanciando una chiara provocazione alle forze dell’Alleanza atlantica.
L’allarme è scattato immediatamente in tutte le basi polacche. La prima linea di difesa è presidiata da due Eurofighter italiani, sempre pronti al decollo. Gli aerei, già pieni di carburante, col cannoncino da 27 millimetri dotato di munizioni e quattro missili aria-aria attivi. I piloti, che dormono nell’hangar già con la tuta addosso, sono entrati in azione in tre minuti. Hanno immediatamente raggiunto i caccia russi, affiancandoli a distanza di sicurezza. Dopodiché li hanno contattati via radio, seguendo le procedure internazionali per l’identificazione. Un confronto durato pochi minuti. Poi i jet di Mosca sono tornati sui loro passi facendo ritorno a Kaliningrad.
Non si tratta di un unicum. Dal 17 agosto, informa Repubblica, gli scramble sono già stati dozzine: anche più di uno al giorno. È dalla scorsa primavera che la guarnigione russa di Kaliningrad ha moltiplicato le esercitazioni, ormai continue, con navi impegnate a provare i cannoni in acque internazionali e squadriglie a simulare incursioni a bassa quota. Giochi di guerra, ai quali la Nato risponde con altre manovre e potenziando le sue forze in tutta la regione. E i duelli nei cieli continuano ad aumentare.
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