Omicidio Vannini, la giovane Martina Ciontoli si è rifatta una vita in carcere: il fidanzato, lo studio, il lavoro. I racconti delle sue compagne di cella.
Prosegue in carcere la vita di Martina Ciontoli, che oggi si trova nel “reparto orchidea” del penitenziario di Rebibbia a seguito della condanna per la morte di Marco Vannini.
È ormai passato più di un anno dal suo ingresso presso la casa circondariale, e come riportano i quotidiani la giovane ha trovato un nuovo equilibrio. Nonostante la detenzione avrebbe infatti trovato un nuovo amore, e pare abbia inoltre ripreso anche a studiare.
Come raccontano le sue compagne di cella a La Repubblica, Martina Ciontoli avrebbe un nuovo fidanzato. L’uomo la va a trovare spesso, e sarebbero stati visti scambiarsi dei baci. Le compagne di cella di Martina, reclusa nel “reparto orchidea”, che mette a disposizione anche un balcone e la lavanderia, hanno spiegato che la giovane ha ripreso anche i suoi studi. Inoltre, sarebbe spesso impegnata a lavorare in un laboratorio di un operatore di telecomunicazioni, che opera nel settore della banda ultralarga wireless.
Pare dunque che la giovane abbia ritrovato un po’ di pace dopo quanto successo quella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015. Questo forse anche grazie al supporto delle sue compagne di cella e di reparto, che insieme a lei sono “le detenute più tranquille, quelle che non creano problemi, che non hanno problemi di tossicodipendenza”.
Sicuramente più difficile, invece, ritrovare la pace in casa Vannini. Per anni, infatti, i genitori hanno dovuto portare avanti lotte e battaglie, così da poter finalmente riuscire ad avere giustizia per il figlio tragicamente ucciso. Si ricorda che a maggio 2021 la Cassazione ha rigettato il ricorso e confermato la condanna dell’Appello bis a 14 anni per Antonio Ciontoli (per omicidio volontario con dolo eventuale) e a 9 anni e 4 mesi per i due figli di Ciontoli, Martina e Federico e la moglie Maria Pezzillo per concorso in omicidio volontario anomalo.
Tutta la famiglia è attualmente detenuta presso il carcere romano di Rebibbia. Il padre Antonio Ciontoli, nello specifico, si trova a “Rebibbia nuovo complesso”, mentre il figlio Federico, è detenuto presso “Rebibbia reclusione”. Per quanto riguarda la madre Maria Pezzillo, invece, è rinchiusa presso il complesso di “Rebibbia femminile”.
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