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Estero

Nord Stream, Svezia parla di sabotaggio. Razov: “Non siamo idioti, non siamo stati noi”

Nord Stream, nuovi rapporti sull’indagine della Svezia rafforzano l’ipotesi di un sabotaggio aggravato. Ma la Russia risponde: “Non siamo idioti, non siamo stati noi”.

L’agenzia di sicurezza interna svedese ha dichiarato in una nota ufficiale che la sua indagine preliminare sulle perdite dei due gasdotti russi nel Mar Baltico “ha rafforzato i sospetti di un grave sabotaggio”, alla luce di alcune prove raccolte. Le autorità hanno spiegato che, da quanto rilevato dalla sonda, vi è conferma la causa degli ingenti danni provocati alle tubature di Nord Stream 1 e Nord Stream 2 siano da attribuire a delle “detonazioni” fatte esplodere nella zona economica esclusiva svedese. Fatto, dunque, che risulterebbe in linea con quanto già vociferato la settimana scorsa, con le fughe di notizie da Svezia e Danimarca che parlavano di esplosioni registrate proprio in quell’area.

Nord Stream, Svezia parla di sabotaggio. Razov: “Non siamo idioti, non siamo stati noi” (foto via Bloomberg) – meteoweek.com

Il pubblico ministero svedese Mats Ljungqvist aveva infatti dichiarato che “sono stati effettuati sequestri sulla scena del crimine, e le prove saranno ora poste sotto indagine“. Non è stato spiegato, tuttavia, di che tipo di prove si tratti. I governi di Danimarca e Svezia avevano già supposto, in precedenza, che un simile incidente possa essere stato in realtà un vero e proprio sabotaggio perpetrato deliberatamente. Le perdite del Nord Stream 1 e 2, del resto, hanno scaricato nell’aria enormi quantità di metano. Perdite che stanno compromettendo la vita marina e il clima terrestre.

Razov: “Non siamo idioti, non l’abbiamo sabotato noi”

Al momento, però, la questione si sta ancora risolvendo a colpi di dita puntate vicendevolmente. Se la Svezia, infatti, insiste sulla possibilità che possa trattarsi di un sabotaggio russo aggravato, la Russia continua ad incolpare l’Occidente. “Capisco che sotto la visione della propaganda russofoba si possano creare strane immagini, ma garantisco che non siamo idioti, ha non a caso dichiarato l’ambasciatore russo Sergey Razov nel corso della puntata di Porta a Porta.

Dal canto suo, il presidente Vladimir Putin ha direttamente accusato l’Occidente di aver attaccato gli oleodotti, cosa che gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno negato con veemenza. La Casa Bianca, infatti, ha riposto sottolineando che chi avrebbe più da guadagnarci, nel distruggere i mercati energetici europei, sarebbe proprio il Cremlino. Un gioco di accuse e frecciate, un tiro alla corda a cui partecipano due dei più importanti leader mondiali che nel frattempo lascia i Paesi europei fronteggiare non soltanto una crisi economica ed energetica, quanto anche potenzialmente ambientale.

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