Aumento delle pensioni a 1.000 euro, il piano annunciato da Silvio Berlusconi. Ecco quando e come è possibile aspettarsi un aumento degli assegni mensili.
Il leader di Forza Italia, durante la campagna elettorale appena conclusa, ha sbandierato non poco la volontà di aumentare le pensioni fino a 1000 euro. Un piano, questo, che era stato già applicato nel 2001, quando Silvio Berlusconi mantenne la promessa di aumentare le cifre fino a 1 milione di lire. Un incremento non da poco, e che per questo si risolse alla fine con una serie di paletti, che delinearono una platea ristretta di beneficiari.
Ad ogni modo, tale strumento (incremento al milione) è tuttora in vigore, con la differenza che ad oggi l’importo è pari a 660,79 euro. I pensionati che beneficiano di un simile aumento sono quelli che hanno compiuto 70 anni di età, che hanno un reddito inferiore a 8.590,27 euro (14.675,70 euro in caso di reddito coniugale), o se sono titolari di assegno sociale o di pensione d’invalidità.
Il piano di Berlusconi, nel 2022, è dunque quello di portare questo importo di 660,79 euro a 1.000 euro. Un piano, il suo, che tuttavia potrebbe richiedere davvero molto tempo.
Pensioni: nel 2023 previsto un aumento
Come ben riportato da Money.it, il problema alla base riguarda inevitabilmente i costi. Per riconoscere un aumento fino a 1.000 euro, infatti, potrebbero essere necessari 19 miliardi di euro. Ovviamente, se si introducessero paletti e limitazioni per i beneficiari, riducendo la platea come venne fatto nel 2001, le risorse sarebbero sicuramente meno ingenti. Ma, allo stato attuale delle cose, pare non sia previsto nessun aumento a 1.000 per le pensioni – misura che, tra l’altro, non ha mai convinto la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Ad ogni modo, con la prossima legge di Bilancio bisognerà comunque le risorse per procedere ad un altro aumento delle pensioni. Proprio ad inizio 2023, infatti, è previsto un aumento per effetto della rivalutazione, così da permettere agli assegni di essere adeguati al costo della vita. In merito a ciò, l’Istat prevede per il 2022 un tasso d’inflazione all’8%, che verrà dunque applicato a sua volta sulle pensioni ad inizio 2023. Nel caso in cui questo 8% dovesse essere confermato, l’esecutivo dovrà stanziare dagli 8 ai 10 miliardi con la prossima legge di Bilancio.
Alle pensioni, tuttavia, non verrebbe applicato il tasso totale, dato che per le pensioni d’importo inferiore a 2.692 euro è stata già effettuata una parziale valutazione per il mese di ottobre, con una percentuale del 2%. Chi prende una pensione di 1.000 euro, però, già a dicembre potrà approfittare di un aumento mensile (lordo) di 60 euro, proprio grazie alla rivalutazione del restante 6%.