Il segretario dei dem ha tempi stretti e deve difendere il partito dagli attacchi esterni. Per la nuova segreteria si fa forte il nome di Stefano Bonaccini in ticket con la sua vice in regione Elly Schlein.
Di scioglimento del partito non se ne parla. A rispondere alle possibili voci che parlavano di una fine del Partito Democratico è il segretario Enrico Letta il quale accelera i tempi per il prossimo congresso che vedrà al fine della sua seconda esperienza di segretario del Pd e porterà a un nuovo leader.
“Se vogliamo davvero fare una costituente che non sia un’operazione di facciata, credo che Enrico Letta debba restare segretario e guidarla insieme alle attuali capigruppo fino a che non via sia un processo reale di costituzione di un soggetto politico nuovo che rimescoli le carte tra interno ed esterno” afferma Roberto Morassut, rieletto parlamentare per i dem nel collegio di Roma, il quale piuttosto di scioglimento parla di una profonda riforma interna del Pd. “Fare ora nuovi incarichi per forza di cose concordati tra correnti altera la trasparenza di un percorso costituente che deve invece svilupparsi in modo aperto con nuove procedure allargando il cammino iniziato con le Agorà” afferma il deputato.
VERSO UNA NUOVA COSTITUENTE
Il problema adesso è gestire le modalità di questo passaggio. Letta vuole tempi brevi per le primarie ma prima di scegliere la nuova dirigenza nazionale bisogna indire i congressi cittadini che porteranno a quelli regionali e così via. Giovedì il segretario convocherà i delegati in assemblea per discuterne, una riunione a porte chiuse ma aperta a “un vero congresso costituente“. La possibilità è quella di chiudere entro marzo 2023, una necessità spinta dalla mancanza di una guida politica che riconquisti consenso e risponda ai pesanti attacchi del Movimento 5 Stelle e in particolare del terzo polo e di Matteo Renzi.
Per il senatore dem Alessandro Alfieri “Il nostro obiettivo è costruire una opposizione seria che sappia parlare al Paese. Stupisce, per questo, l’ossessione di Renzi che continua a parlare del Partito Democratico. È evidente che c’è un attacco al Pd a cui dobbiamo rispondere in maniera unitaria, con un percorso congressuale che venga dal basso e in tempi certi così da affrontare al meglio le prossime sfide“, afferma.
CHI ALLA GUIDA
Per la nuova guida del partito è ormai certa la candidatura di Stefano Bonaccini, il presidente della regione Emilia Romagna gode del sostegno di buona parte del partito e in particolare dell’area riformista. Bonaccini potrebbe presentarsi in ticket con la vice-presidente della stessa Regione Elly Schlein che bene si è fatta apprezzare durante la campagna elettorale per le politiche e che troverebbe il gradimento della base.