Guerra, pandemia e crisi dei mercati stanno mettendo in seria difficoltà l’economia europea ma non solo. Scarsa la fiducia dei consumatori, i dirigenti di azienda prevedono una recessione da cui sarà difficile riprendersi.
Non solo il costo alle stelle dell’energia sta mettendo in difficoltà economica l’Eurozona, il Vecchio continente sta vivendo ormai da diverso tempo una forte crisi economica che sembra nona vere fine e le possibilità di mettere un freno alla crescita dell’inflazione di questo drammatico autunno sembrano affievolirsi di giorno in giorno.
Alla congiuntura economica complicata di questa fase si è andata ad aggiungere anche una diminuzione della produzione manifatturiera e i dati di previsione per i prossimi 12 mesi secondo diversi dirigenti d’azienda (secondo un sondaggio della società di servizi professionali KPMG) vanno nella direzione di un ulteriore peggioramento
Recessione è la parola che più si vocifera negli ambienti economici. Secondo gli ultimi dati S&P Global per l’Eurozona in base allo studio sull’indice composito finale dei gestori degli acquisti (PMI), il quale è sceso a un minimo di 20 mesi di 48,1 a settembre da 48,9 di agosto, al di sotto di una stima preliminare di 48,2. Ogni valore inferiore a 50 indica una contrazione.
Per il capo economista aziendale di S&P Global Market Intelligence, Chris Williamson, “Qualsiasi speranza che la zona euro eviti la recessione è ulteriormente delusa dal calo crescente dell’attività imprenditoriale segnalato dal PMI. Non solo un sondaggio indica un peggioramento della recessione economica, ma anche il quadro dell’inflazione si è deteriorato, il che significa che i responsabili politici affrontano un rischio crescente di un atterraggio duro mentre cercano di frenare l’accelerazione dell’inflazione” afferma.
Oltre ai danni della recessione c’è anche da considerare la scarsa fiducia dei consumatori che non fanno alzare il livello delle vendite e dei consumi. “L’aumento dell’inflazione, legato alla crisi energetica e alla guerra in Ucraina, sta distruggendo la domanda mentre la fiducia delle imprese sta crollando a livelli mai visti dalla crisi del debito della regione nel 2012, escludendo i blocchi pandemici” continua Williamson.
La Banca Centrale Europea sta tentando, con scarsi risultati, di porre un fino al calo delle attività economiche riducendo l’inflazione e finanziando misure per la crescita. Solo nel mese di settembre 2022 i tassi di interesse chiave sono stati alzati di 75 punti e sono previsti ulteriori aumenti, mentre l’indice delle aspettative delle imprese di servizi è sceso a 53,6 da 56,6, mai così basso da quasi tre anni a questa parte quando iniziò la crisi scatenata dalla pandemia globale.
LA CRISI NEL MONDO
Non è solo l’Europa e l’Unione europea a soffrire la crisi energetica e la conseguente congiuntura economica sfavorevole. Secondo KPMG che ha consultato diversi ceo di aziende internazionali, anche nel mondo ci sarà un rallentamento seppur di minore entità rispetto all’Europa. I 1300 amministratori intervistati da KPMG hanno riferito che potrebbero esserci interruzioni delle loro attività anche dopo la ripresa post-pandemia, ma dichiarano un leggero ottimismo rispetto allo scorso anno e sulle prospettive del prossimo triennio. Ottimismo molto più contenuto però per l’Eurozona.
A frenare il tutto ci sono le modifiche di consumi e l’impatto economico dovuto agli strascichi del Covid-19. I dirigenti di azienda inoltre soffrono molto le pressioni degli investitori e i rischi di fallimento dovuto all’incertezza economica e la guerra in Ucraina non migliora le loro speranze. Il 63% degli intervistati prevede una nuova recessione nell’area dell’Asia-Pacifico nel prossimo anno.