La Lega spiega quali sono le priorità da affrontare: risolvere il caro bollette, poi pensare a flat tax e quota 41.
Dal Consiglio federale della Lega sono emerse una serie di priorità da affrontare:«Avanti tutta sull’estensione della flat tax fino a 100mila euro di fatturato e superamento della legge Fornero grazie a quota 41 per dare opportunità ai giovani».
Si pone l’accento, tuttavia, su come la prima emergenza da affrontare e a cui trovare una soluzione urgente sia il caro bollette:«La Lega invoca da tempo un intervento importante, in attesa di un’azione, se mai ci sarà, a livello europeo».
Salvini ha detto di avere tutto chiaro in mente, in merito a cosa fare e su che squadra inserire nel governo. Tra i punti essenziali del futuro governo ci sarebbero «la revisione del reddito di cittadinanza, il taglio della burocrazia, lo sblocco dei cantieri e la valorizzazione di settori come l’agricoltura, la pesca e il turismo».
Il Consiglio federale del Carroccio ha dato conferma di pieno mandato al suo leader Matteo Salvini per continuare a lavorare con la coalizione per dare al nostro Paese un’amministrazione all’altezza di quanto si aspettano gli italiani, come è scritto nella nota finale che ha dato conferma di quali siano le priorità della Lega.
Il leader del Carroccio ci ha tenuto a precisare che «la Lega ha donne e uomini di valore che possono ricoprire incarichi di grande responsabilità». Da quanto vociferano fonti della Lega, il Carroccio mirerebbe a Interno, Riforme, Agricoltura e Viminale, ma non sarebbero stati fatti nomi, garantisce chi ha preso parte al vertice.
Giorgetti, tuttavia, ha risposto alle domande dei giornalisti che gli chiedevano un elenco e ha detto che per il Viminale, a suo parere, «Salvini sembra un candidato naturale».
Durante il summit sono stati paventati una serie di possibili scenari riguardo al futuro, posto l’accento sul buon operato della Lega al governo, e messa in evidenza l’essenzialità di reimpostare il focus su una “buona politica”, mettendo da parte la stagione dei tecnici.
Si tratta di un concetto che ha un certo significato, soprattutto se si tiene conto delle voci secondo cui gli esponenti del prossimo governo non proverrebbero tutti dal panorama politico.