Le buste paga aumenteranno, ma si allungano i tempi: ecco quando saliranno gli stipendi

Si prospettano tempi abbastanza lunghi per vedere i primi timidi aumenti nelle buste paga degli italiani.

Poco confortanti le notizie che arrivano dalla Nota di Aggiornamento al Def approvata dal Consiglio dei ministri.

Aumenteranno le buste paga? Una domanda che – com’è ovvio – si fanno in moltissimi. La risposta è sì, ma non certo a stretto giro di posta. Intanto, con l’inflazione che vola al 10%, il costo della vita continua a salire e – di conseguenza – il potere d’acquisto degli italiani non smette di diminuire.

Gli aumenti dunque ci saranno, ma non nel breve periodo. Lo segnala la Nadef, secondo la quale solo nel 2024 si comincerà a recuperare potere d’acquisto in busta, quando gli le buste paga nel privato aumenteranno del 2,5% rispetto all’aumento attuale (+1,8%). Ad ogni modo dati al ribasso rispetto al tasso d’inflazione

Si annuncia dunque una tempistica lunga per vedere aumentare le buste paga. Questo perché il calcolo dell’adeguamento non è basato prezzi dei beni al consumo – che possono essere effetto di shock inflazionistici di origini esterne – ma sull’indice l’Ipca-Nei, ovvero sull’armonizzazione dei prezzi al consumo al netto dei beni energetici importati. Secondo questo indicatore, nel momento in cui dovesse abbassarsi il prezzo di energia, gas naturale e altri combustibili, anche il valore degli altri beni – compreso il costo della vita – si abbasserebbe in tempi più rapidi.

Nel 2022 perso il 5,3%

Nella Nadef (approvata la scorsa settimana dal Cdm) si stima che le buste paga degli italiani perderanno mediamente almeno il 5,3%, confermando l’Italia come unico Paese dell’eurozona ad avare stipendi inferiori a quelli di 30 anni fa.

La Nota di Aggiornamento al Def, pubblicata ogni anno dopo l’estate, contiene al suo interno per rivedere la legge di Bilancio e intervenire per salvaguardare nel medio-lungo periodo il potere d’acquisto dei cittadini italiani. Per il settore le buste paga aumenteranno dell1,8% nel 2022, del 2,9% nel 2023 e del 2,5% nel 2024. Aumenti comunque inferiori al tasso d’inflazione, in costante crescita.

Buste paga degli italiani inferiori a trent’anni fa

Gli ultimi dati OCSE mostrano che gli stipendi italiani ristagnano a un valore di quello di trent’anni or sono, mentre in altri paesi del mondo sono molto cresciuti percentualmente. Ad avere i valori più alti sono i paesi dell’Europa dell’est, con stipendi aumentati anche del 292%. In Italia si parla di tagliare il cuneo fiscale o di salario minimo. Ma bisognerà aspettare la legge di Bilancio per capire le mosse future del nuovo esecutivo.

Infanto l’inflazione non si arresta arrivano a sfiorare il 9%. Il balzo del carovita riguarda sia il costo dell’energia che quello dei beni alimentari, aumentati del +11%, il massimo storico dal 1983.

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