In Iran, in subbuglio per le proteste contro il velo, una trentenne italiana è stata arrestata per motivi ancora ignoti.
A luglio è arrivata in Iran dove ha solidarizzato coi manifestanti che protestano per la loro libertà.
Alessia Piperno ha 30 anni, sette dei quali trascorsi consecutivamente a viaggiare per il mondo. Piperno è una “travel bloggger”, una blogger di viaggi. Su Instagram ha un canale (travel.adventure.freedom) dove parla di viaggi, con oltre 12 mila follower. Dopo aver viaggiato, tra gli altri Paesi, in Pakistan, Marocco, Honduras, Messico, Panama, Islanda e Sri Lanka, è arrivata a luglio in Iran dove, secondo il racconto dei suoi genitori, è stata arrestata il 30 settembre, un paio di giorni dopo l’ultimo post su Instagram. Ma l’arresto potrebbe anche essere avvenuto in precedenza, quando in Italia iniziarono a circolare voci sulla cattura di cittadini europei in occasione delle manifestazioni di protesta contro il velo, represse violentemente dal regime degli ayatollah.
A queste manifestazioni Alessia, figlia di una famiglia di ebrei romani (cartolai e librai) ha almeno assistito, se non partecipato. Lo racconta lei stessa su Instagram: “Non penso che dimenticherò mai quella prima notte” scrive in un post, “Avevamo corso verso l’ostello con il cuore in gola, mentre i suoni degli spari rimbombavano alle nostre spalle e l’odore del gas si emanava nell’aria. In quei secondi non so cosa abbia pensato la mia mente mentre i miei occhi giravano impazziti su se stessi. Ho chiuso la porta dell’ostello mentre la gente urlava per le strade. Dopo nemmeno 30 secondi ho sentito bussare violentemente alla porta dell’ostello. Erano due donne, due uomini e due bambini. Tossivano bruscamente per aver respirato il gas, e la donna più anziana aveva un attacco d’asma e di panico. “Milk, milk”. Urlavano. Mentre gli passavo un bicchiere d’acqua (…) Tra un colpo di tosse e un respiro affannato, i miei occhi sono andati verso l’angolo del cortile, ed è lì che ho visto LEI. Era seduta a terra, con le gambe rannicchiate, non piangeva, ma le lacrime le rigavano sul viso, tremava, e i suoi occhi guardavano un punto fisso. Una bambina, di cui nome non so. Eppure, non dimenticherò mai la sua espressione, era il volto della paura. Mi sono avvicinata a lei, le ho dato un biscotto, una gomma da masticare, ma lei ha rifiutato. Non sapevo come distrarla, perché il caos era intorno a noi, davanti i nostri occhi e dentro le nostre orecchie. Così le ho dato il mio telefono, ho aperto le note, e le ho fatto vedere che poteva fare un disegno. Ha disegnato una casa”.
Le ragioni delle proteste su Instagram
Alessia si sofferma anche sulle ragioni che hanno scatenato le proteste, come presentendo quanto potrebbe succedere: “Non riesco ad andarmene da qui, ora più che mai. E non lo faccio per sfidare la sorte, ma perché anche io ora, sono parte di tutto questo”. E ancora: “Questa terra mi ha accolta a braccia aperte, è vero, non è stato sempre facile, ma dopo due mesi e mezzo, mi è entrata dritta, dentro e profonda nel cuore”. “Noi europei non sappiamo nulla di questa gente (…) Stanno manifestando per la loro libertà.
Su Instagram Piperno racconta anche i primi giorni in Iran, dove arrivava al Pakistan. Giorni non sempre facili (“L’Iran è bellissimo, ma non puoi fidarti di tutti. In tanti provano a fregarmi, e io vado di matto“). C’è anche la presa di coscienza di “essere fortunata ad essere donna, e ad essere nata in Italia“. E confessa anche il suo sogno nel cassetto nell’ultimo post su Instagram: ritornare in Pakistan per ricostruire un villaggio devastato dalle alluvioni. “Non sono un muratore, non ho idea di come ricostruire una casa, ma anche i miei sogni un tempo mi sembravano impossibili. Quando il mondo ti dà tanto, arriva il momento di dare tu qualcosa al mondo (…) ho un sogno pronto nella testa e nel cuore. Ricostruire un villaggio in Pakistan. E sapete qual è la cosa più assurda? Che so già che…ci riuscirò”.