Non si conosce l’esatta collocazione dell’italiana arrestata in Iran né con quali accuse si trovi in carcere. Dal ministero degli Esteri fanno sapere di essere al lavoro per mettersi in contatto con le autorità locali e riportare Alessia nella sua nazione.
La Farnesina è allo studio di una soluzione per riportare in Italia Alessia Piperno, la donna romana arrestata dalle forze dell’ordine in Iran la scorsa settimana. Il primo ostacolo è quello di conoscere la sua esatta collocazione e stabilire un canale di comunicazione con le autorità iraniane per capire quali siano le accuse mosse nei suoi confronti.
Il clima nel Paese è molto teso a causa dell’omicidio di Mahsa Amini, una giovane curda di 22 anni uccisa dopo essere stata arrestata dalla polizia locale in quanto non indossava correttamente il velo che ne copriva i capelli. Questo ha portato a manifestazione e rivolte in tutto l’Iran con una violenta repressione da parte del governo, in questo clima si registrano arresti anche di cittadini occidentali. Alcuni giorni fa Il ministero dell’Informazione della Repubblica islamica tramite un comunicato aveva annunciato “l’arresto di 9 cittadini di Germania, Polonia, Italia, Francia, Olanda e Svezia in Iran fermati sul luogo dei disordini o dietro le quinte della cospirazione“.
Il giorno del fermo Alessia stava festeggiando i suoi 30 anni e si trovava in compagnia di alcuni amici, era arrivata in Iran tre mesi fa e attendeva un visto per potere andare in Pakistan. “Mercoledì devo andare via, anzi mi cacciano” aveva detto durante un video e racconta poi di avere conosciuto un uomo che l’ha aiutata a rinnovare il visto per altri 30 giorni. E’ possibile che sia stato proprio lui a “tradirla” e denunciarla alle autorità.
Il soggiorno della Piperno in Iran è testimoniato da diverse foto e video pubblicati sul suo profilo Instagram, i suoi commenti sul Paese potrebbero essere all’origine delle accuse, ma si parla anche di un possibile visto scaduto. Alloggiava in un ostello dove si trovavano altri stranieri ma si riunivano anche molti manifestanti e contestatori del regime e Alessia forse è rimasta coinvolta in una delle retate della polizia.
Si spera che la donna italiana sia ancora nello stessa stazione di polizia dove è arrivata al momento dell’arresto, il che renderebbe più semplice la situazione per gli 007 italiani nel rintracciarla e stabilire le sue condizioni e le accuse mossele. Ma c’è anche la concreta possibilità che si stata trasferita nel carcere di Evin oppure Qarchak, la prigione femminile di Shahr-e Ray che le organizzazioni femminili definiscono come un vero e proprio inferno per la durezza delle condizioni in cui sono costrette le detenute.
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