Da giorni continuano le proteste per la morte di Mahsa Amini che vedono in prima fila studenti e docenti. La milizia iraniana sta rispondendo violentemente, si registrano centinaia tra morti e feriti. Questa mattina è stato preso di mira un ateneo universitario.
Non si fermano in Iran le manifestazioni in piazza e le proteste contro il governo per la morte di Mahsa Amini, la ragazza di 22 anni uccisa dalla polizia dopo essere stata arrestata poiché non portava correttamente l’hijab, il velo imposto alle donne nel Paese. Stando a quanto riporta Iran Human Rights “finora 133 persone sono state uccise in tutto l’Iran, comprese più di 40 persone che si dice siano morte negli scontri la scorsa settimana a Zahedan, capitale del Sistan“. Amnesty International riferisce che centinaia di persone siano rimaste ferite durante le proteste dello scorso venerdì.
Stamattina, a poche ore dalla scoperta in Italia dell’arresto di Alessia Piperno, migliaia di persone in particolare studenti si sono riversati nelle strade di Teheran, provocando la violenta risposta da parte del governo. Qualche ora fa la repressione più dura, con le forze militari che hanno circondato il campus dell’Università di Sharif nella capitale, costringendo le persone a rimanere al suo interno, sparando proiettili di gomma e procedendo all’arresto di circa 300 persone tra studenti, ragazzi e professori.
Alla notizia dell’assedio diverse persone si sono recate presso l’ateneo e secondo alcuni testimoni sarebbero stati anche lanciati dei lacrimogeni per disperdere la folla, fatti testimoniati in parte anche dai video postati sui social. Le notizie tra la popolazione di diffondono per il tramite di Telegram e Instagram, dove circola anche un video di un agente infiltrato tra i manifestanti che in sella a una moto spara a un ragazzo che stava filmando la protesta dall’interno della sua auto. Altre notizie parlano di pestaggi e aggressioni con coltelli da parte della polizia. Per i media di stato dell’Iran, la situazione non è verificata ma a smentirli ci sono proprio i social.
Secondo il leader iraniano Ali Khamenei la colpa di questi disordini sarebbe da attribuire “agli Stati Uniti, al falso e usurpatore regime sionista e ai loro seguaci“, i quali avrebbero pianificato una campagna di disinformazione per destabilizzare l’Iran. Khamenei ha poi scritto su Twitter che è “profondamente addolorato” per la morte di Mahsa Amini aggiungendo che “la morte della giovane ragazza è un incidente tragico che ha rattristato tutti. Ma la giusta reazione non è creare insicurezza, bruciare il Corano, le moschee, le banche, le auto e togliere il velo alle donne” .