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Estero

Austria, cancelliere Nehammer: “Il sistema di asilo dell’Ue ha fallito”

Vertice Austria, Ungheria e Serbia, il cancelliere austriaco sui migranti: “Il sistema di asilo dell’Ue ha fallito. La protezione delle frontiere europee dovrà essere rafforzata”.

Si è tenuto oggi l’incontro tra Austria, Ungheria e Serbia. I leader dei tre Paesi hanno tenuto un vertice durante il quale hanno spiegato le loro intenzioni di cooperazione e collaborazione, atte a contrastare il crescente numero di profughi in arrivo dalla rotta balcanica. Karl Nehammer, leader austriaco, ha in particolar modo auspicato che si possa creare una “situazione vantaggiosa per tutti”, e che “la protezione delle frontiere europee dovrà essere rafforzata”.  “Il sistema di asilo dell’Unione Europea ha fallito e noi come Stati membri dobbiamo sopportare le conseguenze”, ha poi sottolineato il premier.

Austria, cancelliere Nehammer: “Il sistema di asilo dell’Ue ha fallito” (foto via Twitter) – meteoweek.com

Dal canto suo, la Serbia ha invece promesso di inasprire le norme sui visti per i Paesi da cui proviene molta migrazione illegale verso l’Ue, con l’adattamento dei requisiti che verrà effettuato entro la fine dell’anno. Si sottolinea che in Austria, a partire dal mese di gennaio 2022, sono state presentate 56.149 domande di asilo, ovvero il 195% in più rispetto all’anno scorso. Le richieste arriverebbero soprattutto da paesi quali Afghanistan e Siria, ma i numeri stanno crescendo anche in India e Tunisia.

Stiamo affrontando problemi che riguardano l’intera Europa

I leader di Ungheria, Austria e Serbia si sono incontrati questa mattina a Budapest per trovare soluzioni condivise in merito all’afflusso di migranti nei rispettivi Paesi. Sempre maggiore, infatti, il flusso di donne, uomini e bambini che arrivano in Europa dopo una lenta e pericolosa odissea, nel tentativo di trovare pace e stabilità in una terra in grado i accoglierli. Dal canto loro, i tre leader hanno deciso di intraprendere un’azione congiunta per controllare i nuovi arrivati ​​lungo la rotta migratoria che attraversa la Serbia.

In particolare, riportano i media locali, il cancelliere austriaco Karl Nehammer avrebbe detto ai giornalisti che il piano d’azione congiunto includerebbe una maggiore cooperazione di polizia lungo i confini, oltre che il massimo sostegno alla Serbia nelle operazioni di rimpatrio. “Sosterremo direttamente la Serbia per effettuare i rimpatri e non solo sosterremo il know-how tecnico, ma faremo anche tutto il possibile e il necessario per sostenerla finanziariamente”, ha affermato Nehammer.

Il presidente ungherese Viktor Orban ha invece chiesto un cambiamento politico generale in merito al fenomeno della migrazione, e ha suggerito che vengano stabiliti degli hotspot al di fuori dell’Unione europea. Tali centri dovrebbero funzionare anche per l’elaborazione delle richieste dei richiedenti asilo. Orban hai poi aggiunto: “Non siamo affatto soddisfatti della situazione che si è sviluppata fino ad ora“.

L’incontro nella capitale ungherese è arrivato dopo l’annuncio della scorsa settimana fatto pervenire da Repubblica Ceca e dell’Austria, con il quale è stato spiegato come i due paesi abbiano avviato controlli temporanei alle frontiere, ai valichi con la Slovacchia, per impedire l’ingresso dei migranti. Oltre all’incontro di Budapest, sempre lunedì i ministri dell’Interno di Austria, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia hanno invitato l’Unione europea a proteggere meglio le frontiere esterne per frenare l’ultimo aumento della migrazione. “Stiamo affrontando problemi che riguardano l’intera Europa“, ha affermato Vit Rakusan, ministro degli interni della Repubblica Ceca.

Tutto questo è avvenuto in concoimitanza del nono anniversario della strage di Lampedusa – ovvero quel terribile naufragio avvenuto a pochi miglia dalle coste italiane e nel quale morirono quasi 400 migranti, tra cui diversi bambini. Si è tenuta proprio questa mattina, infatti, la Giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza, alla quale hanno partecipato l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, l’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr), il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), il Comitato 3 Ottobre e le organizzazioni della società civile, oltre che i rappresentanti delle istituzioni governative locali, nazionali ed europee.

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