Raccogliere l’energia solare per trasformarla in energia elettrica? Detta così sembrerebbe un’impresa alquanto “normale”, dal momenti che è già diffusa sulla Terra la pratica di raccogliere energia solare tramite i sistemi fotovoltaici e i pannelli solari.
Ma il nuovo progetto dell’ESA, per ora solo ipotizzato e sulla carta, è quello di raccogliere l’energia solare direttamente nello Spazio per trasformarla in elettricità e inviarla sulla Terra.
Si tratterebbe di una pratica che, se resa fattibile, consentirebbe una minore dispersione di energia dal Sole alla Terra, dal momento che la raccolta dell’energia direttamente in orbita non sarebbe soggetta alle dispersioni causate dal passaggio nell’atmosfera di tale energia.
Il Progetto Solaris, così si chiama questo particolarissimo progetto pensato dall’ESA, è ora al vaglio di studi di fattibilità che valuteranno se effettivamente valga la pena effettuare un investimento tanto importante.
Sicuramente il fine è molto nobile: poiché entro i prossimi decenni il consumo di energia elettrica di tutta Europa aumenterà da 3.000 a 3.500 TWh all’anno, l’intenzione è quella di raccogliere la maggior parte di energia solare possibile con dei satelliti particolari per poterla ridistribuire al suolo senza le perdite di radiazioni che avvengono al passaggio nell’atmosfera.
Il sistema di raccolta dell’energia solare è stato chiamato dall’ESA “Space-Based Solar Power”, perché il concetto alla base è quello di raccogliere l’energia solare da grandi satelliti dotati di appositi pannelli per poi ridistribuirla in modalità wireless fino a terra. L’ESA punta ad avere pronto il programma Solaris per lo Space-Based Solar Power (SBSP) entro il 2025.
Questi satelliti dovrebbero per forza essere molto grandi, un singolo satellite avrebbe 16 volte la massa e 2 volte la superficie della Stazione Spaziale Internazionale, per poter raccogliere la maggior quantità possibile di energia solare da ridistribuire in modalità wireless sulla Terra.
Ogni satellite avrebbe una capacità di 2 GW per produrre 15,7 TWh all’anno. Visti questi calcoli, si stima che Per soddisfare circa il 10% della domanda lorda di elettricità del 2050 dell’UE, pari a circa 3.500 TWh, sarebbero necessari 20-25 satelliti SBSP operativi con una produzione totale di elettricità annuale pari a 314-390 TWh.
Per trasmettere l’energia dallo spazio alla terra in modalità wireless sono state individuate due soluzioni: la trasmissione a microonde in radiofrequenza (2,45 GHz) a una rectenna a terra, o il trasferimento di energia tramite luce laser ad alta potenza a celle fotovoltaiche installate a terra.
In ogni caso, adesso l’ESA – Agenzia Spaziale Europea si sta preparando per il Consiglio degli Stati membri dell’ESA che avrà luogo il prossimo novembre per presentare il progetto e valutarne la fattibilità.
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