Dopo i referendum nelle zone occupate oggi la Russa annetterà le quattro regioni separatiste di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia.
Alle 14 è prevista la cerimonia di annessione, alla presenza dei leader filorussi dei territori separatisti. Atteso anche un discorso di Putin.
Putin ha convocato per oggi i deputati della Duma al Cremlino. E alle 15 (le 14 ora italiana) prenderà parte dalla cerimonia di firma dei trattati di adesione alla Russia delle quattro regioni dell’Ucraina: Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia.
Un passo che segue inevitabilmente, per Mosca, i referendum che hanno consacrato la “volontà di autodeterminazione” delle popolazioni locali. Di tutt’altro avviso i Paesi occidentali: Nato, Usa e Ue hanno già anticipato che non riconosceranno quelli che hanno già bollato come “referendum farsa”.
Ma il Cremlino prosegue per la sua strada e assicura che difenderà la propria sovranità territoriale, a partire dalla Crimea e di nuovi territori destinati a diventare parte integrante della Federazione russa. Al riguardo ha detto parole più che chiare l’ambasciatore russo negli Usa, Anatoly Antonov: “Alcuni politici americani resteranno delusi se pensano che la nostra disponibilità a difendere il nostro territorio non si applichi alla Crimea o ai territori che potrebbero diventare parte della Russia sulla base di una libera espressione della volontà popolare”.
“Non stiamo minacciando nessuno – ha aggiunto Antonov – ma confermiamo che, come ha affermato il presidente Putin il 21 settembre, la Russia è pronta a difendere la sua sovranità, integrità territoriale e il suo popolo con tutti i sistemi d’arma a disposizione”.
Nelle stesse ore della cerimonia annunciata da Mosca il presidente ucraino Zelensky ha convocato una riunione urgente del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale.
Dal canto suo, il presidente russo punta il dito sull’Occidente, da lui accusato di voler provocare un bagno di sangue nella Comunità degli Stati Indipendenti (Csi). Per Putin “ciò viene fatto per impedire la formazione di un ordine mondiale più giusto”. Per questo, secondo il leader del Cremlino, “l’Occidente sta cercando di riaccendere vecchi conflitti, creando nuovi problemi e crisi”. Tuttavia, ha ammonito Putin, per il quale la guerra in Ucraina è il frutto del tracollo dell’Unione Sovietica, “l’egemonia unipolare sta inesorabilmente crollando e questa è una realtà oggettiva che l’Occidente rifiuta categoricamente”.
L’Onu condanna l’annessione delle regioni ucraine alla Russia, per bocca del suo segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. “Qualsiasi decisione di procedere all’annessione delle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, non ha valore legale e deve essere condannata (…) E’ un’escalation pericolosa”, ha ammonito Guterres.
Parole di condanna anche da parte presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. “Oggi, come in passato, una democrazia sta lottando per la sopravvivenza contro l’aggressione di un’autocrazia straniera”. Ma, ha aggiunto Von der Leyen, “io sono convinta che la democrazia prevarrà ed è nostro dovere difendere la democrazia”.
Nel colloquio telefonico col presidente russo, l’omologo turco, Recep Tayyip Erdogan, ha affrontato la questione dell’annessione alla Russia delle regioni ucraine occupate. Per Erdogan la decisione rappresenta “un ostacolo agli sforzi diplomatici e alla ricerca di un dialogo per porre fine alla guerra”.
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