Che impatto potrà avere il nuovo esecutivo sull’economia italiana? I mercati e la Ue aspettano al varco Meloni e alleati.
Le sfide sono tante per il prossimo governo: legge di Bilancio, caro energia, pensioni, Pnrr.
Cosa farà sul piano economico il nuovo governo di centrodestra? Il prossimo esecutivo dovrà affrontare una serie di sfide non da poco, in primis quella del caro energia. Altre invece verranno dalla natura stessa della nuova maggioranza di governo.
Il primo test per il nuovo governo sarà la legge di Bilancio. Da una parte per le tempistiche molto strette, dall’altra per le risorse. Ci sarà immediatamente bisogno di 4 miliardi per la conferma del cuneo fiscale per i lavoratori con reddito inferiore a 35 mila euro. Ai quali andranno aggiunti i soldi per una sostanziosa misura contro il caro energia.
Parte delle coperture potrebbe arrivare dal reddito di cittadinanza, ma resta in piedi l’ipotesi di uno scostamento di bilancio, soluzione per cui preme la Lega da tempo. Ma Meloni è contraria. In autunno, in emergenza, potrebbe aprirsi uno scontro interno sui conti.
A fine 2022 scadrà la quota 102 e finiranno anche Opzione donna e Ape sociale. Così senza un intervento urgente del governo dal primo gennaio dell’anno prossimo si tornerebbe alla legge Fornero. Difficile che possa avvenire con un governo di centrodestra che preme per un anticipo pensionistico analogo a quota 102 o a quota 41. Anche questa opzione però avrebbe costi elevati, considerando anche che molte risorse dovranno essere impiegate per adeguare le pensioni all’inflazione.
La prima emergenza da affrontare sarà quella del caro energia e del caro bollette. Si tratta di provvedimento dal costo molto elevato, ma indispensabile per supportare famiglie e imprese in difficoltà. Gli interventi contro il caro energia potrebbero avere due effetti sull’economia: o uno scostamento di bilancio oppure il taglio di altre misure. Con possibili ricadute anche sulla crescita, per la quale è già atteso un calo.
C’è poi il nodo del Pnrr, lo strumento col quale l’Unione europeo distribuisce risorse – a prestito e in fondo perduto – all’Italia dopo la crisi sanitaria per la pandemia. Dal centrodestra è partita la richiesta di poterlo modificare. In particolare FdI ha chiesto una revisione per adeguare il Pnrr all’inflazione e al caro energia.
Ma questa ipotesi attualmente appare remota. Più probabile invece che si vada verso un correttivo, dato che una modifica più profonda porterebbe a un braccio di ferro con Bruxelles (che non ha perso occasione per manifestare la sua diffidenza verso il nuovo esecutivo che si annuncia: non va dimenticato che in Europa FdI e Lega non fanno parte della maggioranza che sostiene la Commissione guidata da Ursula von der Leyen, dunque potrebbero esserci tensioni in futuro, anche pesanti).
Le prime reazioni dei mercati alla vittori del centrodestra non sono state negative, con la borsa di Milano che regge e chiude in positivo. Ai mercati sembra non dispiacere la stabilità garantita dalla coalizione vittoriosa, tanto più che si tratta di una vittoria attesa. Anche lo spread appare sostanzialmente stabile. Ma il vero banco di prova per i mercati sarà la legge di Bilancio. Sui conti comunque FdI sembra voler mantenere una rigida disciplina fiscale, il che rassicura i mercati. Almeno per il momento.
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