Nessuna particolare ripercussione sui mercati della netta affermazione del centrodestra alle elezioni politiche del 25 settembre.
Piazza Affari, dopo i primi scambi in rosso, ha cambiato direzione chiudendo in rialzo a fine giornata. Reazione composta dei mercati alle elezioni italiane.
Fratelli d’Italia vola e trascina il centrodestra a un’affermazione netta alle urne. Come hanno reagito i mercati alla larga vittoria della coalizione capitanata da Giorgia Meloni? L’ampia maggioranza ottenuta dal centrodestra nei due rami del Parlamento, tanto alla Camera quanto al Senato, non inquieta la finanza. Anzi, gli investitori sembrano averla interpretata come un segnale di stabilità. E dunque come un fattore positivo.
Nessuna grande ripercussione dunque della vittoria elettorale di Meloni e alleati. Ieri Milano, dopo un’apertura coi primi scambi in rossa ha invertito la direzione di marcia e ha proseguito con segno positivo in una seduta che palesa segni di debolezza e incertezza per altri indici, sui quali gravano le paure per la recessione e per la grande fragilità della moneta unica europea. Alla fine Piazza Affari, al termina di di una giornata molto volatile ha chiuso in rialzo dello 0,67%. Un risultato molto migliore di quello delle altre borse europee. Francoforte infatti ha perso lo 0,4%, Parigi lo 0,2%. Londra invece ha chiuso in parità.
Sotto lea lente di ingrandimento, alla stregua di un “sorvegliato speciale”, rimane lo spread, una sorta di cartina di tornasole dell’affidabilità di un Paese nel ripagare il proprio debito. Apertura in leggero calo per il differenziale tra titoli tedeschi e quelli italiani rispetto alla chiusura della giornata di venerdì (229 punti). Il tasso di rendimento del Btp, allineandosi ai titoli degli altri Paesi della zona euro, è salito fino al 4,45% (nuovo tetto massimo dal 2013).
Conseguentemente, anche lo spread ha fatto registrare un rialzo arrivando a toccare i 236 punti a fine mattinata di ieri. I titoli di Stato della zona euro sono messi sotto pressione dalla possibilità di nuovi rialzi dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea.
A catalizzare l’attenzione dei mercati è stato piuttosto il crollo della sterlina inglese, precipitata ai minimi dal 1981 nei confronti del dollaro. Gli investitori cominciano a scommettere su un intervento di emergenza della Bank of England (con un nuovo rialzo dei tassi) per arrestare la caduta della valuta nazionale.
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