Mattia morto a 8 anni in alluvione Marche, bimbi con rose bianche ai funerali. Il sacerdote:«Insegnaci a vivere con gioia»

Si sono svolti oggi, 27 settembre ore 15, i funerali del piccolo Mattia Luconi, morto nell’alluvione che il 15 settembre scorso ha colpito la provincia di Ancona. 

Oggi pomeriggio, alle ore 15, si sono tenuti i funerali del piccolo Mattia Luconi, morto a soli 8 anni trascinato da un’ondata di fango e acqua nell’alluvione che ha colpito la provincia di Ancona. Il piccolo è infatti rimasto travolto dal fiume Nevola in piena a Castelleone di Suasa (Ancona).

Mattia Luconi-meteoweek.com

Mattia era stato letteralmente strappato alle braccia della sua mamma, Silvia Mereu, mentre tentavano entrambi di ripararsi da quel tremendo ammasso di acqua e fango. La corrente ha portato via Mattia da Silvia, la sua mamma, che si è miracolosamente salvata aggrappandosi a un albero. Il corpo di Mattia è stato rinvenuto venerdì scorso, 23 settembre, a più di 12 km di distanza dal punto in cui era stato travolto.

I funerali di Mattia

Le esequie per la morte del piccolo si sono svolte nella Chiesa di Santa Maria Assunta a Barbara (Ancona). Il corpo di Mattia era in una bara di colore bianco, e ad attenderlo c’erano molti bambini che portavano una rosa bianca tra le mani. Sul feretro c’erano corone di fiori bianchi. Quando è sopraggiunto il feretro, c’è stato un grandissimo silenzio, e molti dei presenti, sempre silenziosamente, erano in lacrime. Ad accompagnare la bara in chiesa c’erano tutti i familiari del bambino.

Presenti anche i primi cittadini di Barbara, San Lorenzo in Campo e Castelleone di Suasa. Durante l’omelia, don Paolo Montesi ha detto:«Mattia insegnaci a vivere con gioia, accoglienza, stupore e amore. Guardate ai bambini, se non vi convertite non sarete come bimbi, chi si farà piccolo come un bambino sarà il più grande nel regno dei cieli, questo lo possiamo fare tutti». 

Don Paolo ha parlato dei momenti belli trascorsi da un Mattia felice e spensierato in paese:«Mattia insegnaci a vivere la gioia che tu vivevi quando papà ti portava in lambretta in paese e sentivi brezza che accarezzava le guance. Aiutaci a vivere l’accoglienza senza distinzioni perché tutti di fronte a te, quando ti fermavi con lo scooter e papà ti diceva di salutare, gli facevi ciao con la manina, indistintamente a tutti».

E infine, il sacerdote ha chiosato:«Aiutaci a vivere lo stupore con cui guardavi le candele accese in chiesa, che incanta lo sguardo dei bambini. Perdonami se le prime volte ti guardavo un pò accigliato, una parte le accendevi, a volte le gettavi a terra. Mi sentivo disturbato nel silenzio della chiesa, ti chiedo scusa, perché noi potessimo recuperare stupore vita e non dare tutto per scontato».

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