Forza Italia rimane fondamentale per il centrodestra: le ragioni per cui Berlusconi può sorridere

Anche se ridimensionati dal voto, Forza Italia e il Cavaliere restano imprescindibili in Parlamento per gli alleati di centrodestra.

Senza il partito di Berlusconi la coalizione non ha i numeri per formare la maggioranza. Gli azzurri rimangono dunque cruciali alla Camera e al Senato

D’accordo: il centrodestra ha vinto con ampio margine alle elezioni legislative. Ma non ha stravinto. È quanto osserva il direttore di YouTrend, Lorenzo Pregliasco, nel corso di incontro con la stampa all’indomani del voto del 25 settembre.

La coalizione formata da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati ha raccolto, nota Pregliasco, una maggioranza “chiara ma non schiacciante, non amplissima, soprattutto al Senato”. Il che significa che non può prescindere dall’apporto di Forza Italia. Il partito di Berlusconi, ancorché uscito ridimensionato dalle urne, rimane fondamentale per la nuova maggioranza.

Impensabile dunque un “tandem” FdI e Lega, che non potrebbero governare in autonomia né alla Camera né al Senato.

“Non c’è maggioranza senza Forza Italia, tutti i gruppi sono fondamentali per il centrodestra”, spiega Pregliasco. Stando le stime di YouTrend, basate sui dati del Viminale, la coalizione di centrodestra avrebbe totalizzato 235 seggi su 400 alla Camera e 115 su 206 al Senato. Si tratta di “un numero che era più vicino a 125 quando il centrodestra era dato tra il 45% e il 48%”.

Numeri che restringono un po’ il margine di manovra per il centrodestra. Il quadro politico uscito dalle elezioni “rende uno scenario complicato vedere senatori diventare ministri” nel prossimo governo.

La rimonta del M5s e la forza del Pd “urbanizzato”

Altri dati interessanti dell’analisi di Pregliasco sono la forte rimonta del M5s, capace di conquistare 10 seggi uninominali contro i 12 del centrosinistra – che pure ha superato i pentastellati di 10 punti. Colpa, aggiunge il direttore di YouTrend, di “una distribuzione sul territorio meno efficace” da parte del “campo largo” di Letta. I consensi del centrosinistra infatti – per il Pd in particolar modo – “vanno a concentrarsi nelle aree benestanti delle città”.

A un Pd forte e strutturato nei grandi centri ha fatto da contraltare Fratelli d’Italia, che ha mostra un andamento esattamente opposto andando a raccogliere forti consensi nei piccoli centri e percentuali di voto sempre minori via via che cresceva la dimensione dei centri urbani.

Il Terzo Polo formato da Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi ha drenato più voti dal Pd che da Forza Italia”. Questo perché l’elettorato del Terzo Polo “ha un profilo più sovrapponibile a quello dei dem”. I dati territoriali, spiega Pregliasco, mostrano che il Terzo Polo si è affermato nei centri urbani del centro-nord dove il Partito democratico è più forte, mentre Forza Italia “ha un voto meno urbano di quello di Calenda”.

Gestione cookie