Svezia e Danimarca hanno chiamato unità di crisi e il prezzo del gas sale a 187 euro. La Danimarca tiene alto l’allarme sulle infrastrutture strategiche e pone paletti alla navigazione. Il premier ipotizza che possa non trattarsi di un incidente
Tra accuse e sospetti di probabili sabotaggi o provocazioni, quel che è certo è che si sono create tre falle nei gasdotti Nord Stream 1 e 2 che hanno causato significativi cali di pressione e una perdita in mezzo al Mar Baltico.
È mistero infatti, su chi o cosa abbia causato le suddette falle. Secondo l’osservatorio sismico della Svezia, ci sono state due “forti esplosioni” nelle acque vicine all’area in cui è sito il gasdotto Nord Stream dove sono localizzate le perdite, come riporta la tv svedese Stv.
«Non c’è dubbio che si tratti di esplosioni», ha detto Bjorn Lund, che insegna sismologia e dirige la rete sismica nazionale svedese. «Si vede chiaramente come le onde rimbalzino dal fondo alla superficie. Non c’è dubbio che sia stato uno scoppio». Una delle esplosioni è stata di magnitudo 2,3 e l’hanno captata 30 stazioni di misurazione locali.
La prima esplosione è occorsa alle 2:03 di notte lunedì, mentre la seconda ore 19:04 del 26 settembre. Le allerte di fughe di gas hanno raggiunto l’amministrazione marittima verso le 13:52/20:41 di lunedì, dopo che diverse navi avevano fatto caso a una serie di bolle nel mare, in superficie.
Secondo la tv svedesi, le esplosioni sarebbero occorse nella stessa zona in cui hanno rilevato le fughe di gas. Per ora si esclude che queste esplosioni abbiano a che vedere con esercitazioni di tipo militare, come può succedere.
Le autorità della Danimarca sono intervenute disponendo subito un blocco alla navigazione e sorvolo di una zona a sud dell’sola di Bornholm, dove hanno registrato alcune perdite. Questi due gasdotti attraversano il Mar Baltico per far arrivare il gas naturale da Russia a Germania, e oggi sono scattate una serie di indagini sull’accaduto da parte di Danimarca e Germania.
Potrebbe essere una coincidenza, ma tutto ciò è avvenuto mentre si prepara l’inaugurazione per far sì che Polonia e altri Stati dell’Europa dipendano meno dal gas russo.
A seguito dell’invasione russa in Ucraina, e dopo il congelamento di Nord Stream 2 e la chiusura del gas russo di Nord stream 1 da parte della Russia, nessuno dei due gasdotti porta gas naturale in Europa. Ma pare che siano full tutte e due le pipeline. E qui scattano le accuse da ambo le parti.
I tedeschi ipotizzano “attacchi” ai gasdotti, mentre in Danimarca, la premier Matte Frederiksen spiega:«Difficile immaginare che si tratti di perdite accidentali». Il Cremlino, dal canto suo, si è detto molto preoccupato, e di non scartare nessuna opzione, tra cui il sabotaggio.
E ancora, forte anche la reazione del premier polacco Mateusz Morawiecki:«Non conosciamo i dettagli, ma vediamo chiaramente che siamo di fronte ad un atto di sabotaggio. Probabilmente siamo ad una nuova tappa di un’escalation, come accade anche in Ucraina».
Nel frattempo, Nord Stream Ag fa sapere che non si sa quando il sistema tornerà in funzione, e che le falle del primo gasdotto si trovano «molto vicine una all’altra, una nella zona economica svedese e una nella zona economica danese».