Elezioni politiche, cosa succede dopo il voto? Dalla prima seduta alle Camere prevista per il 13 ottobre, entro novembre il nuovo governo potrebbe essere pienamente operativo.
Alla luce dei risultati delle elezioni di domenica 25 settembre è uscita vittoriosa la coalizione di centrodestra. Il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, risulta ora prima forza politica del Paese, dopo aver ottenuto oltre il 25% dei voti. Meloni sarebbe pronta a diventare la prima premier donna nella storia italiana.
Ma cosa succede ora? Perché se da un lato la composizione del nuovo Parlamento è chiara, per l’insediamento effettivo e per la formazione del nuovo governo bisogna attendere ancora un po’. Ecco le fasi successive alle urne.
La formazione del nuovo governo richiede alle forze politiche di trovare un’intesa. Un’intesa che andrà trovata soprattutto sui tempi più caldi per il nostro Paese, quali la legge di bilancio, la crisi energetica e così come le tensioni internazionali. Oltre al fatto che al neo-governo eletto, toccherà trovare il modo di far quadrare i conti, e di ottenere entro 100 giorni ben 40 miliardi.
Non sarà dunque una procedura semplice e veloce. Con buona probabilità se ne parlerà per la fine di ottobre. La prima seduta alle Camere si terrà del resto il 13 ottobre. Secondo l’articolo 61 della Costituzione, infatti, i due rami del Parlamento devono essere convocati “non oltre il ventesimo giorno” dal voto. Dalla prima seduta si sapranno i nomi dei due presidenti di Camera e Senato.
Poi toccherà alle consultazioni. Dopo essere stati nominati i vertici del Parlamento, infatti, starà al Capo di Stato dare avvio alle consultazioni, durante le quali si confronterà con capigruppo, leader di coalizione, ex presidenti delle Camere e presidenti emeriti della Repubblica. Lo scopo è quello di individuare gli orientamenti, così da affidare successivamente l’incarico di formare il nuovo esecutivo. Potrebbe non volerci molto, e potrebbe risolversi tutto nel giro di qualche giorno. Soprattutto nel caso in cui dalle urne esce una maggioranza coesa e ben definita. In questo caso, l’incarico verrebbe affidato proprio affidato al leader indicato dalla coalizione vincente.
Nel caso in cui l’incarico sia pieno, il nominato dovrà presentarsi entro pochi giorni con una lista di ministri. Nel caso in cui si tratti di una “riserva”, il presidente incaricato sarà tenuto a svolgere ulteriori consultazioni, fino a sciogliere la riserva e a presentare la lista dei ministri al Colle o, eventualmente, a rinunciare all’incarico. Per arrivare alla formazione del governo, il tempo dunque è piuttosto variabile. Per quanto riguarda le ultime legislature, la media è stata di circa 30-35 giorni. Se così fosse anche in questo caso, si arriverebbe a novembre. Con in mano una lista dei ministri concordata con il Colle, il governo potrà infine compiere giuramento al Quirinale. Entro i 10 giorni successivi servirà chiedere e ottenere la fiducia dei due rami del Parlamento. Una volta ottenuta, il nuovo esecutivo potrà svolgere pienamente i suoi poteri.
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