Potrebbe essersi aperto uno spiraglio per nuovi negoziati tra Mosca e Kiev. Lo riferisce il ministro degli Esteri turco.
Vladimir Putin lo avrebbe affermato durante i colloqui con l’omologo turco a Samarcanda.
Mosca potrebbe tornare a negoziare con Kiev. Lo ha ammesso il capo del Cremlino Vladimir Putin nel corso dei colloqui col presidente turco Recep Erdogan a Samarcanda: la Russia potrebbe tornare a trattare con l’Ucraina.
A riferire di questa apertura del presidente russa a una soluzione diplomatica della crisi è stato il ministro degli Esteri turco Mevlüt Cavusoglu, citato dall’agenzia di stampa statale russa Tass.
Il capo della diplomazia di Ankara ha poi aggiunto che Erdogan è intenzionato a continuare i contatti con Putin e col presidente ucraino Vladimir Zelensky per arrivare una soluzione diplomatica e a una “pace giusta per Kiev”. “Continuiamo a perseguire una politica equilibrata. Il nostro presidente continuerà a mantenere un dialogo sia con Putin che con Zelensky. Vale la pena notare che ci sono paesi in Occidente che vogliono continuare le ostilità in Ucraina per indebolire la Russia”, ha detto Cavusoglu.
Una settimana fa del resto lo stesso presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva rivelato di aver avuto “l’impressione” che il leader del Cremlino fosse disposto a mettere la parola fine alla guerra con Kiev. “Abbiamo avuto discussioni molto ampie e in realtà mi sta dimostrando che è disposto a farla finita il prima possibile”, aveva riferito Erdogan, non senza sottolineare però che “il modo in cui stanno andando le cose in questo momento è piuttosto problematico”.
La Turchia ad ogni modo non riconoscerà i referendum in corso nei territori dell’Ucraina sotto occupazione russa. Lo ha reso noto alla Cnn turca il portavoce del presidente Recep Tayyip Erdogan Ibrahim Kalin. Ankara, ha spiegato il portavoce, ’’riconosce l’integrità territoriale dell’Ucraina e del suo popolo’’. “Non riteniamo corretti i tentativi di referendum unilaterale, non riconosciamo il referendum in Crimea e il risultato tenutosi nel 2014. La nostra posizione su questi tali referendum è chiara”, ha aggiunto Kalin. La Turchia, ha detto poi, è “l’unico Paese” che compie “sforzi sinceri e si sforza di porre fine alla guerra”.
Nel frattempo oltre 2.300 persone sono state arrestate a cause delle manifestazioni di protesta avvenuto in Russia dopo la mobilitazione militare decisa da Putin lo scorso 21 settembre.
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