Iran, gli ayatollah reprimono nel sangue le proteste per l’uccisione di Mahsa, pestata a morte per il velo

Più di mille arresti e quasi sessanta morti: è il bilancio della repressione degli ayatollah contro i dimostranti.

Da giorni si susseguono le proteste di piazza in Iran contro la brutale uccisione – negata dalle autorità – di una giovane donna curda accusata dalla “polizia morale” di non indossare adeguatamente l’hijab, il velo obbligatorio per le donne.

Altri 450 manifestanti sono stati arrestati dalle autorità iraniane nel nord del Paese per aver presto parte alle proteste seguite alla morte di Mahsa Amini, la giovane donna curda di 22 anni picchiata a morte della polizia morale dell’Iran per non aver indossato bene il velo.

Secondo alcune testimonianze oculari, Mahsa è stata pestata all’interno di un furgone della polizia, dopo essere stata arrestata dagli agenti a Teheran martedì 13 settembre. Secondo altri testimoni invece la ragazza è stata portata in una stazione di polizia per essere sottoposta a «un’ora di rieducazione». La polizia aveva confermato l’arresto della 22enne per motivi legati al velo obbligatorio per le donne. Ma ha negato ogni responsabilità per la sua morte, sostenendo che la giovane ha avuto un infarto improvviso (malgrado la famiglia avesse detto che Mahsa non soffriva di alcuno scompenso cardiaco).

Nei giorni scorsi più di 700 persone erano già finite agli arresti per le proteste per la morte di Mahsa Amini.

“Negli ultimi giorni di disordini, 450 rivoltosi sono stati arrestati a Mazandaran”. Così ha dichiarato il procuratore generale della provincia, Mohammad Karimi, citato dall’agenzia di stampa ufficiale Irna.

Solo nella giornata di sabato, 739 manifestanti sono stati arrestati a Guilan, provincia confinante con Mazandaran, nel nord dell’Iran. Tra i manifestanti arrestati anche 60 donne.

Uccisa anche la “ragazza con la coda”, simbolo delle proteste

Hadis Najafi – Meteoweek

Proprio ieri è arrivata la notizia dell’uccisione di un’altra giovanissima: la 20enne Hadis Najafi. Era la “ragazza della coda”, uno dei volti simbolo della protesta per Mahsa per un video dove era ripresa, senza velo, mentre si legava i capelli tinti di biondo prima di unirsi a un corteo.

Hadis è stata uccisa a Karaj. Crivellata da sei proiettili mentre protestava contro la repressione. Stando a quanto circola sugli account Twitter, la giovane è stata colpita al petto, al viso e al collo.

Continua così a crescere paurosamente il bilancio della repressione delle proteste. Secondo il regime i morti fino ad ora sarebbero 41, tra forze dell’ordine e dimostranti. Mentre stando all’Ong Iran Human Rights, che ha sede a Oslo, sono almeno 57 i manifestanti uccisi dalle forze dell’ordine iraniane.

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