Can Yaman, per la prima volta si mette a nudo | “Se non fossi stato bello…”

Dichiarazioni inaspettate dell’attore turco protagonista della serie Tv “Viola come il Mare” su Canale 5 dal 30 settembre. In una lunga intervista al Corriere della Sera si è “messo a nudo” raccontando che…

Can Yaman a ruota libera. Il divo turco, intervistato dal Corriere della Sera alla vigilia dell’uscita sul piccolo schermo di “Viola come il mare” è stato protagonista di una chiacchierata intima, in cui ha svelato diverse curiosità relative all’uomo che c’è dietro alla celebrità.

Il rapporto con la bellezza, il successo, i legami con la famiglia, la scelta di lasciare tutto e trasferirsi in un altro Paese, la passione per le lingue e tanto altro.

Cosa ha detto Can Yaman che ha lasciato tutti senza parole

“Sono gli altri che mi ricordano sempre che sono bello, fosse per me, me lo sarai già dimenticato. La bellezza mi aiutato nel mio lavoro? Se non fossi stato bello avrei avuto ancora più successo”. Dichiarazione importante e forse inaspettata,. Subito dopo però si è spiegato meglio per far comprendere il significato delle sue parole: Bisogna andare oltre il pregiudizio. Ci sono persone più belle di me, ma se l’aspetto non è accompagnato da altre virtù come tenacia, grinta, disciplina e determinazione, non si va lontano. La bellezza da sola non basta, così come il talento. In tanti sognano di recitare, magari anche all’estero, ma non so quanti sono poi realmente disponibili a lasciare tutto: casa, famiglia, affetti e ripartire da zero in un nuovo Paese, parlando una nuova lingua”.

A proposito di viaggi ed esperienze al di fuori della propria patria: lui parla cinque lingue, grazie allo studio e ai tanti viaggi in giro per il mondo: Mia madre era fissata. C’è un detto in Turchia che dice che se parli una lingua sei una persona, se ne parli due sei due persone… è un arricchimento legato alla capacità di comprendere gli altri. Per questo ho fatto il liceo scientifico in italiano, una scelta elitaria ma doverosa per i miei”. Poi la carriera del padre che non ha funzionato e la sua decisione di studiare Giurisprudenza:

“È stata un’idea di mio padre, ma mi ha convinto in cinque minuti. Per lui conoscere le regole significava aprirmi ogni porta, strutturarmi. Quanto ai progetti, si dice che Dio ti ride in faccia quando li hai. Quando ho iniziato a lavorare come avvocato ho capito che la pratica è diversa dalla teoria e questo mi ha deluso. Non era il lavoro giusto per il mio carattere: io sono uno che evita i problemi, non uno che li risolve. E mi piace farmi i fatti miei, non quelli degli altri. Tanto meno litigare. Fare l’attore è più da me”.

L’orgoglio della mamma

La prima serie che ha girato in Turchia è arrivata un po’ per caso, ma è stata quella che lo ha stimolato: non sarebbe più tornato a fare l’avvocato. “Non ragiono sul lungo periodo faccio una cosa alla volta, perché anche i sogni quando diventano seri si fanno pesanti e a me non piace stressarmi. Ora spero che Viola come il mare spacchi lo schermo, dopodiché giro una nuova serie in inglese, a Budapest. Per il futuro, lascio che il tempo riempia i dettagli”.

E la sua famiglia? A oggi tutti sono contenti del percorso intrapreso. Sua mamma per lui stravede: “Per ogni mio successo lei piange e a casa sua c’è un angolo in cui mette tutte le mie foto, sembra un museo… o anche un po’ il mio funerale”.

Gestione cookie