Percepiva in modo indebito fondi emergenza Covid, sotto sequestro 3mln

Un blitz della Guardia di Finanza ha posto sequestro 3 milioni di euro a un’azienda per indebita percezione dato che si trattava di somme avute attraverso finanziamento assicurato dallo Stato nell’ambito del Decreto Liquidità

Nei giorni scorsi, la Guardia di Finanza di Rimini ha eseguito un blitz che ha portato al sequestro di 3 milioni di euro a una società che aveva percepito in modo indebito un finanziamento garantito dallo Stato, nell’ambito dei fondi per l’emergenza Covid del Decreto Liquidità.

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Nello specifico, dopo una complessa attività di selezione dei beneficiari di finanziamento garantito dallo Stato alle Pmi e di cui si è occupato Mediocredito Centrale, gli esperti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria hanno scoperto una società che nel luglio 2020 aveva percepito 3 milioni di euro, poi sottoposti a sequestro, asserendo che l’attività era stata poi sospesa per via della situazione di emergenza causata dalla pandemia.

Contrariamente, essendo che si trattava di un’agenzia di recupero crediti, la società aveva potuto operare in modo legittimo durante la fase pandemica.

È stato anche tenuto in considerazione il contenuto di una serie di segnalazioni per operazioni su cui i finanzieri avevano sospetti. L’amministratore della società è stato inoltre denunciato per indebita percezione di sostegni pubblici e questo prevede una pena in carcere fino a 3 anni.

Maxi frode all’Inps, albergatore di Rimini patteggia

Sempre a Rimini, qualche giorno fa, un albergatore di 69 anni di origine molisana, che gestiva sette strutture in città, ha deciso di patteggiare davanti al gup. L’accusa era di aver organizzato, complici i tre figli e sua moglie, una rete di società la cui finalità era quella di evadere il fisco.

Il danno in questione era di 14 milioni di euro. L’uomo avrebbe frodato Equitalia, Agenzia delle Entrate, Inps, Enel Energia ed Hera. Il 69enne era finito in manette nell’ottobre 2019 per evasione fiscale. Ma lo scorso 21 settembre, ha chiesto di patteggiare a 3 anni e 8 mesi di carcere. Sono 13 le persone rimaste coinvolte nella vicenda, accusati di diversi reati a vario titolo, dalla bancarotta al riciclaggio e anche all’auto riciclaggio. Oltre all’albergatore, hanno chiesto di patteggiare anche altre due persone indagate e sei hanno dibattuto del rito abbreviato.

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