Bojano. 67enne tenuta segregata in casa per 22 anni. Parlano il fratello e la cognata: «Niente di vero, perché l’ha detto?»
Continua a sconvolgere gli animi il caso di Bojano, in provincia di Campobasso. Proprio qui una donna di 67 anni sarebbe stata segregata in una stanza per ben 22 anni in condizioni davvero ai limiti della sopravvivenza. La donna avrebbe anche subìto vessazioni da parte del fratello e della cognata.
È Mattino Cinque a parlarne, nella puntata del 22 settembre. Proprio il fratello e la cognata della 67enne hanno voluto respingere pubblicamente tutte le accuse e mostrare gli spazi, dove la donna avrebbe vissuto. È la cognata ad asserire: «È stato detto che sopra non c’era il riscaldamento, però lei si portava tutte le sere questa stufetta che ora è qui perché è estate». Mostra anche una stanza dove ci sono vestiti e coperte, per avvalorare le sue dichiarazioni.
«Il bagno è in camera, manca il bidet ma ci sono la doccia e il lavandino. Non utilizzava il lavatoio come è stato detto, assolutamente no. La sua pensione andavo a ritirarla io, perché lei non era in grado». Affiancata poi dal marito, conclude: «Perché ha detto tutto questo? Come mai ha alzato questo polverone?».
Una vicenda che lascia alquanto perplessi ed esterrefatti. Secondo quanto è stato ricostruito, la vicenda avrebbe avuto inizio nel lontano 1995, quando la donna, che aveva 40 anni all’epoca ed era rimasta vedova, ha accettato l’invito del fratello a trasferirsi da loro. Da quanto emerge, l’atmosfera serena e di accoglienza sarebbe durata davvero poco e la donna sarebbe stata costretta a spostarsi dalla stanza dei genitori a una camera ricavata di fianco alla legnaia.
Una stanza davvero poco ospitale priva di riscaldamento e accessibile solo attraverso una stretta scala a chiocciola. Il sistema di chiusura della stanza, per altro, è dall’esterno.
La donna, per anni, sarebbe stata privata di cure mediche e tenuta sequestrata prima dell’intervento delle forze dell’ordine, che grazie ad un blitz sono riuscite a intervenire e liberare la donna, che attualmente si trova in una struttura protetta. Dopo essere stata rassicurata dai militari sul fatto che non avrebbe mai più fatto ritorno in quella stanza e sarebbe stata protetta, la donna ha raccontato il suo “orrore quotidiano”.
Privazioni, vessazioni fisiche e psicologiche, percosse, schiaffi, minacce e la totale privazione della libertà personale. Questo avrebbe subìto la donna da parte del fratello e della cognata nei suoi 22 anni di segregazione.
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