Barbara Mirabella si trova agli arresti domiciliari, insieme a lei sono sotto inchiesta l’ex-rettore dell’Università di Catania e un imprenditore del settore farmaceutico. Mirabella è candidata alle elezioni della regione Sicilia per il partito di Giorgia Meloni.
E’ finita in manette con l’accusa di avere intascato una tangente quando era assessore alla Cultura nella giunta del sindaco di Catania Salvo Pogliese. Barbara Mirabella, oggi candidata alle elezioni regionali in Sicilia del 25 settembre nelle fila di Fratelli d’Italia si trova ai domiciliari, secondo le indagini avrebbe favorita l’organizzazione di un congresso di medici nella città siciliana.
Insieme a lei risultano coinvolti anche ex rettore dell’Università di Catania Francesco Basile, oggi direttore della Unità Operativa Complessa di Clinica Chirurgica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico G. Rodolico – San Marco di Catania, e Giovanni Trovato, amministratore delegato di un azienda farmaceutica locale. Basile era stato già indagato per presunti concorsi taroccati presso l’ateneo siciliano.
Secondo la procura e la squadra mobile della questura, vi erano “stretti rapporti tra Basile, gli amministratori della società New congress srl che ha gestito l’organizzazione e l’allora assessore del Comune di Catania con delega per i Grandi eventi, Barbara Mirabella”, rapporti che “sarebbero andati oltre la fisiologia del ruolo istituzionale“.
LE ACCUSE
A quanto si apprende dalle forze dell’ordine “per ottenere l’incondizionato ausilio dell’assessore, e, dunque, dell’amministrazione comunale, per tutte le necessità dell’organizzazione del prestigioso congresso, gli amministratori della New congress srl, a ciò indotti dal Basile, avrebbero accettato di pagare 10mila euro alla società Expo srl, della quale era socia l’assessore Mirabella, per servizi non necessari all’organizzazione dell’evento”. Inoltre sarebbero “emerse condotte concussive da parte del Basile nei confronti di due aziende farmaceutiche per finanziarlo“, e una volta con 80.000 euro, anche attraverso, contesta l’accusa, “esplicita minaccia della sospensione da parte del Policlinico dell’acquisto di prodotti dalla due aziende“.
La ricostruzione afferma che Trovato avrebbe consegnato di persone la somma di 5mila euro “ottenere, grazie all’intervento del Basile, l’incremento da parte del Policlinico dell’acquisto di dispositivi realizzati dalla propria azienda, la Medical Ti Spa“.
LA DIFESA
Per l’avvocato di Barbara Mirabella, l’arresto è una misura eccessiva rispetto a quanto sostenuto dall’accusa. “Constato che il provvedimento è stato emesso ed eseguito a pochi giorni dal voto e, fermo restando le valutazioni giuridiche sul reato che faremo nelle sedi opportune, che la misura cautelare per l’episodio contestato mi sembra eccessiva” ha affermato il legale Enrico Trantino.