Attraverso i loro leader le forze politiche italiane criticano compatte il discorso di Putin e l’escalation militare in Ucraina.
Praticamente unanime – diversità di sfumature a parte – il coro di condanne dei leader politici italiani al secondo discorso di Putin alla nazione dall’inizio della guerra in Ucraina.
Le forze politiche sono convinte che l’escalation del conflitto, con la decisione di una mobilitazione parziale (che riguarda 300 mila riservisti), celi in realtà la forte difficoltà di Mosca, anche a causa delle sanzioni.
Ma proprio il fatto che le parole di Putin siano un segnale di debolezza non deve portare a sottovalutare la pericolosità della situazione e ad abbassare la guardia. Per questo motivo i principali leader italiani sottolineano la necessità di restare uniti e compatti al fianco di Kiev.
“La mia impressione è che il discorso di Putin dimostra una grandissima difficoltà in Ucraina, è un discorso che tradisce debolezza, una mossa abbastanza disperata”. È il commento a caldo Giorgia Meloni. “La mossa di Putin dimostra la difficoltà della Russia”, anche “perché evidentemente le sanzioni funzionano“, osserva la leader di Fratelli d’Italia.
Meloni aggiunge però, d’accordo con Salvini, che occorrono delle compensazioni per “aiutare le nazioni più colpite dalle sanzioni”. Un passo indispensabile per continuare a difendere l’Ucraina “come bisogna fare senza se e senza ma”. Infine arriva la messa in guardia: “Bisogna stare attenti e essere uniti e compatti perché quando uno è nervoso le conseguenze possono essere tutte”.
Parola d’ordine fermezza per il segretario dem Enrico Letta: “L’Italia non deve minimamente cedere ai ricatti della Russia di Putin”. Per Letta “l’Italia non deve essere ambigua, bisogna togliere qualunque margine di ambiguità nel nostro Paese. Noi siamo perché l’Italia sia assolutamente ferma, insieme all’Europa, nel respingere il ricatto gravissimo da parte di Putin. Questa fermezza è necessaria“. Occorre dunque, conclude il leader piddino, che “tutti i leader politici si schierino apertamente e che lascino perdere tutte le ambiguità che hanno avuto fino ad ora”.
Mentre per il leader leghista Matteo Salvini l’annuncio di Putin “non è una buona notizia, spero che la guerra finisca il prima possibile”. Il segretario del Carroccio poi ribadisce: “C’è un aggressore e un aggredito, è chiaro, ma è evidente che dovranno tornare a dialogare e spero che sia tra un mese e non tra un anno. Spetterà agli ucraini decidere come e quando, spero presto”.
A preoccupare l’ex premier e leader pentastellato Giuseppe Conte è soprattutto il rischio di una escalation militare, a suo dire del tutto prevedibile: “Non c’è nulla di nuovo se non il rischio di un’escalation militare che non potevamo non calcolare, escalation militare che era già scritta. Per la Russia questa è una partita determinante, è una superpotenza che ha testate nucleari, non potevamo non calcolarlo. Oggi è un passaggio importante, Putin parla di mobilitazione ma non potevamo non calcolarlo”, afferma il capo politico del Movimento Cinque stelle.
Anche Conte, come ha fatto Meloni, invita a non sottovalutare le parole del leader del Cremlino che “significano debolezza che può sfociare in disperazione, e oggi il rischio mi sembra aumentato”. spudorata”.
Anche per il coordinatore nazionale d Forza Italia Antonio Tajani “Putin è in difficoltà”. Tajani poi ribadisce il perimetro geopolitico del su partito, assicurando che “la stella polare sono Occidente, Nato, Usa, Ue e questa posizione non cambia, come scritto nel programma di centrodestra”, “se ci fosse qualcosa da parte di un governo di centrodestra contro l’Europa o l’Occidente non potremmo farne parte”.
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