Si infiamma lo scontro politico quando manca una settimana al voto del 25 settembre. Ed è tutti contro tutti.
Conte contro Renzi, Salvi contro Draghi, Berlusconi contro Letta (ma anche contro Meloni). Si moltiplicano le polemiche tra i leader politici nella volata finale.
Tornano a volare le scintille tra Conte e Renzi, col leader del M5S che attacca l’ex premier da Palermo: “Renzi parla di vergogna per il reddito di cittadinanza ma se parla di vergogna lui che da senatore prende 500 euro al giorno… non scherziamo. Non si vergogna lui che si è fatto pagare dagli arabi e ha fatto una marchetta sul rinascimento saudita…”,
E poi l’affondo finale: “Renzi venga senza scorta a parlare con i cittadini a parlare ed esporre le sue idee. Dica che in Italia non serve un sistema di protezione sociale. Venga a dirlo e non si nasconda”.
Durissima la replica del leader di Italia Viva: “Ti devi vergognare Giuseppe Conte pensando che qualcuno possa picchiarmi. È incredibile questo modo di fare che inneggia alla violenza, Conte sei un mezzo uomo, abbi il coraggio di fare un confronto civile, questo è un linguaggio da mafioso della politica”.
La polemica non è finita qui: Renzi ha rincarato la dose che parla di “deriva trumpiana” e fa notare che “non è mai successo nella storia repubblicana che Berlusconi abbia detto a Prodi vieni senza scorta in piazza e ti facciamo vedere noi. È il linguaggio di Trump, lesivo delle istituzioni. Conte istiga alla violenza e all’odio verbale. Io ho decine di minacce di morte sul telefono da persone che dicono ‘ci vediamo domani a Palermo’. Se domani (domenica 18 settembre, ndr) in piazza succede qualcosa io considero responsabile morale e mandante il signor Giuseppe Conte, c’è una deriva trumpiana di Conte, evoca Capitol Hill”.
Da Italia viva fanno sapere che Renzi ha chiamato la ministra Lamorgese per chiederle “particolare attenzione all’ordine pubblico per l’evento a Palermo”. Ma Conte si difende e nega di aver minacciato Renzi. “Nessun incitamento alla violenza ma solo un invito a confrontarsi. Istigare alla violenza è contrario al mio credo e ai miei valori”.
Per il leader pentastellato Renzi “sta facendo una battaglia contro i poveri”. E infine: “Renzi la smetta con le furbizie e non stravolga le cose. L’unica vera minaccia è quella che Renzi rivolge ogni giorno verso chi è in gravi difficoltà economiche e non arriva neppure a metà mese”.
Ma è polemica anche tra Salvini e Draghi sulle sanzioni alla Russia, col leader leghista che ribatte alle critiche a chi – come lui – trova inutili le sanzioni antirusse. Salvini non ha nemmeno mandato giù l’allusione del premier ai “pupazzi prezzolati” di Mosca. “Oltre che parlare di pupazzi spero che Draghi trovi il tempo per trovare altri soldi per aiutare gli italiani a pagare le bollette perché non so se ha capito l’emergenza nazionale a cui stiamo andando incontro”, ha detto Salvini parlando a Milano.
E anche all’interno del centrodestra, con Berlusconi che dice di trovare “illogico e pericoloso” ridiscutere il Pnrr. Come invece chiede di fare da tempo Giorgia Meloni. Che ha risposto per le rime al leader azzurro: “Io credo che il Pnrr non sia un tema ideologico. E ridiscuterlo non è pericoloso”.
Il Cavaliere ha poi attaccato il Pd, incolpando i dem della crisi energetica del Paese: “Chi ha governato il Paese negli ultimi 11 anni senza aver mai vinto le elezioni? Il Pd. E chi non ha fatto i rigassificatori? Il Pd. E chi ha raddoppiato la dipendenza dal gas russo? Il governo Letta. E allora di chi è la colpa? La colpa è della cultura del no di un certo finto ambientalismo di sinistra”.
Il Pd naturalmente non ci sta e replica con Enrico Borghi: “Berlusconi, il capo del partito del gas russo in Italia, ricomincia con lo scaricabarile. Nel 2013 c’era la guerra in Libia, il GreenStream che trasporta il gas dalla costa libica fino all’Italia venne chiuso. Quindi si usò più gas russo, che costava di più grazie a chi? A Silvio”.
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