Il caso relativo a presunti fondi russi elargiti ai partiti è chiuso, spiega il presidente del Copasir Aldolfo Urso, al termine dell’Assemblea generale Confindustria Vicenza
Il presidente del Copasir, Adolfo Urso, al termine dell’incontro dell’Assemblea generale Confindustria Vicenza, ha commentato così la questione dei presunti fondi russi elargiti a partiti e politici di altri Stati, report statunitense.
«Il caso è chiuso, forse non si sarebbe nemmeno dovuto aprire», ha detto Urso. «Purtroppo siamo in una campagna elettorale eccessivamente aggressiva, dai toni troppo alti, con una contrapposizione che tende più a denigrare l’avversario che a consentire agli elettori di misurarsi sui programmi del Paese».
Urso spiega che l’Italia è uno Stato forte, affidabile, che ha una certa credibilità, dimostrata dal fatto che anche la suddetta questione si è acclarata. «Nessuna interferenza russa, almeno questo risulta dai documenti che il governo americano, che l’intelligence ha fornito al nostro governo e che lo stesso Draghi poi ha comunicato al Paese, oggi ne abbiamo avuto la conferma».
Il presidente del Copasir spiega che tale conferma deve rassicurare tutti, in particolare «le forze politiche e riportare nei giusti binari il confronto elettorale che deve essere anche netto e alternativo sui contenuti e sui programmi». Urso fa notare che un certo genere di campagne, sono solo atte a fare il gioco di russi e cinesi, «sistemi autoritari che tendono in qualche misura a delegittimare le istituzioni democratiche e anche le forze politiche del nostro Paese».
Intanto l’ex premier Mario Draghi ha affermato che la democrazia del nostro Paese è solida, e che non si lascia piegare da nemici esterni nonché «dai loro pupazzi prezzolati». Draghi ha inoltre invitato a non aver paura «di qualunque voce. Negli ultimi 20 anni la Russia ha effettuato una sistematica opera di corruzione in molti Paesi europei e negli Stati Uniti, non c’è niente da stupirsi sono cose note».
Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha detto in un colloquio con Vista, che ritiene che «qualcuno debba chiedere scusa. Sono non giorni ma anni che certa sinistra e certa stampa di sinistra insegue rubli, dollari, franchi, marchi, influenze, relazioni strane, interessi economici: zero. Mai chiesto né preso un rublo o un dollaro».
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