Monta la polemica dopo l’incidente che ha coinvolto uno studente diciottenne impegnato in uno stage per il progetto di alternanza scuola-lavoro.
Non è un caso isolato, denunciano gli studenti che denunciano la scarsa sicurezza degli stage.
Tragedia sul lavoro in una azienda di Noventa di Piave (Venezia), dove ieri pomeriggio è morto un ragazzo di 18 anni, Giuliano De Seta. A quanto si è saputo, il giovane era impegnato in uno stage scolastico per accumulare i crediti formativi col progetto di alternanza scuola-lavoro.
Fatale per lui sarebbe stato l’urto con una lastra di metallo, che lo ha schiacciato. La lastra metallica piombata addosso al giovane, classe 2004, era posizionata su un cavalletto. Il ragazzo deceduto stava facendo uno stage presso la Bc Service. A nulla sono valsi i soccorsi del 118, prontamente giunti sul posto assieme ai Carabinieri.
Pronta anche la reazione del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi: “Ho appreso con dolore della tragedia di Portugruaro. Una morte inaccettabile che ha colpito tutta la comunità scolastica. Insieme a tutta la scuola italiana sono vicino alla famiglia”.
Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione Degli Studenti, denuncia quello che non è un caso isolato: è già il terzo studente morto nel 2022 durante uno stage. Si tratta, incalzano gli studenti, dell’”ennesima morte di un ragazzo dovuta alle mancate tutele di sicurezza, alla precarietà e ad un rapporto tra istruzione e lavoro malato, che in maniera strutturale e continua sottotutela, sfrutta e uccide”.
L’Unione degli Studenti chiede l’abolizione dei PCTO (Percorsi trasversali per l’orientamento) a favore dell’istruzione integrata e annuncia nuove proteste dopo quelle dei mesi scorsi. Dopo aver espresso la vicinanza alla famiglia del 18enne morte sul luogo di lavoro, gli studenti ricordano i due morti e il ferito negli stage dello scorso anno. E puntano il dito sulla politica che, malgrado le svariate manifestazioni degli scorsi mesi, “non si è impegnata per garantire la sicurezza sul luogo di lavoro e per ripensare da capo il rapporto tra istruzione e lavoro e questa ne è la conseguenza”.
“I giovani dovrebbero essere nelle scuole, a formarsi, non a lavorare. Il sistema scolastico e le logiche aziendale pervenute nelle scuole, assieme al costo dello studio e all’attuale didattica nozionistica, hanno però fatto in modo che la prospettiva lavorativa sottopagata sia più vicina di quella formativa. I PCTO, per come sono strutturati, non fanno altro che insegnarci la logica dello sfruttamento già a partire dal liceo”, insistono gli studenti.
Il lutto non è sufficiente, continua Chiesa che denuncia “una situazione inaccettabile e di insicurezza” che non ha mai trovato un serio ascolto. E addita la presunta indiscutibilità di “una scuola pubblica unicamente volta a formare lavoratori in grado di sottostare a logiche aziendalizzanti”. L’Unione degli Studenti torna perciò a chiedere risposte dalla politica: “Vogliamo sicurezza in ogni luogo di lavoro e l’abolizione dei PCTO in funzione dell’istruzione integrata, oltre che la possibilità per tutti e tutte di avere una formazione e una vita dignitose”. “A quante altre morti dovremo assistere prima che la politica ci risponda? Noi non staremo a guardare”, conclude Chiesa.
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