Rischio recessione globale: la Banca Mondiale lancia l’allarme

Secondo la World Bank l’economia mondiale va incontro al rallentamento più imponente dalla ripresa post recessione del 1970.

C’è il rischio che questa tendenza duri a lungo con conseguenze pesanti per i Paesi emergenti e in via di sviluppo, avverte la Banca Mondiale.

Economia mondiale a rischio recessione. A lanciare l’allarme è la Banca Mondiale. Secondo la Wolrd Bank l’economia globale sta affrontando il rallentamento più visto dalla ripresa post recessione del 1970, con l’inflazione che galoppa ad alti livelli ormai da decenni. E la via della stretta monetaria intrapresa dalle banche centrali potrebbe non essere sufficiente ad arginarla. In picchiata anche la fiducia dei consumatori, calata più di quanto fosse mai accaduto precedente in analoghe situazioni.

In particolare sono le tre maggiori economie mondiali – Usa, Cina e Eurozona – ad aver subito un forte rallentamento. Motivo per il quale anche un “colpo moderato all’economia globale nel corso del prossimo anno potrebbe portarla in recessione”. Lo afferma un nuovo studio della Banca Mondiale.

Secondo l’istituto di Washington lo scenario peggiore prevede un tasso di inflazione globale, ad esclusione dell’energia, che nel 2023 potrebbe arrivare attorno al 5%, ovvero giungendo a toccare una quota quasi raddoppiata rispetto alla media quinquennale pre-pandemia.

Perché le mosse delle banche centrali potrebbero non bastare

Per abbassare il costo della vita, le banche centrali potrebbero essere costrette ad alzare i tassi di interesse di altri due punti percentuali, dopo l’aumento (sempre di 2 punti) già fatto registrare rispetto alla media del 2021. Un aumento di queste proporzioni però, unito alle tensioni che agitano i mercati finanziari, finirebbe per rallentare la crescita del Pil globale allo 0,5% nel 2023. Ciò vuol dire una contrazione dello 0,4% pro-capite. In altre parole il mondo sarebbe tecnicamente caduto in una recessione globale.

È rischioso, ha detto la Banca Centrale, lasciare che l’inflazione resti a lungo troppo elevata in presenza di una crescita. La recessione del 1982, fa notare l’istituto di Washington, ha dato il via a più di 40 crisi del debito. E ciò in molte economie in via di sviluppo ha significato un decennio di crescita persa.

“La crescita mondiale sta rallentando bruscamente e un ulteriore rallentamento è probabile man mano che un numero maggiore di Paesi sta cadendo in recessione”. Queste le parole pronunciate dal presidente della Banca Mondiale, David Malpass.

“La mia preoccupazione”, ha spiegato Malpass, “è che queste tendenze persistano, con conseguenze durevoli che potrebbero rivelarsi devastanti per i mercati emergenti e in via di sviluppo”. Per questo motivo, ha concluso il presidente della World Bank, le autorità politiche “dovrebbero spostare la propria attenzione dalla riduzione dei consumi all’aumento della produzione”.

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