Le temperature record di quest’estate hanno bruciato raccolti in tutta Europa, ma in particolare hanno colpito le raccolte di olive spagnole.
In Andalusia si trova Jaén, provincia meridionale che da sola produce più olio d’oliva di tutta l’Italia.
La siccità quest’estate – la più calda del ventennio – ha colpito duramente in Europa devastando decine di raccolti in tutto il Vecchio Continente. L’eccezionale calura ha picchiato duro in Italia (riso), in Belgio (fagioli), Romania (mais) e Francia (barbabietole e aglio). Ma tra i più colpiti in assoluto dalla siccità ci sono i raccolti di olive della Spagna. Il paese iberico, che da solo produce la metà dell’olio d’oliva di tutto il mondo, ha particolarmente sofferto le ondate di caldo eccezionale.
E quasi metà della produzione di olio d’oliva spagnolo proviene da Jaén, una provincia andalusa grande poco meno del Trentino-Alto Adige. Ma in grado di produrre ogni anno molto più olio d’oliva dell’intera Italia. Si tratta, dicono i viticoltori spagnoli al New York Times, della “più grande foresta artificiale della terra”, piantata dai romani già diversi secoli fa. Per farla breve, Jaén è la capitale mondiale dell’olio d’oliva.
Gli ulivi qui sono piantanti praticamente dappertutto: sono 67 milioni le piante che coprono valli e colline, lungo strade e autostrade. Ma anche questa distesa patisce sotto i colpi di quella che l’Osservatorio europeo sulla siccità ha definito “la peggiore siccità degli ultimi 500 anni” sofferta dall’Europa. Le ondate di calore sono state così forti, spiega l’Osservatorio, da dimezzare il raccolto di olive di Jaén, ridotto di circa il 50% rispetto al 2021. Il governo spagnolo ha già stimato le perdite subite finora in 1 miliardo di dollari.
La siccità ha fatto schizzare vero l’alto i prezzi dell’olio. Adesso per un litro di olio extra vergine d’oliva, qualità superiore, si arrivano a spendere 3,90 euro contro gli 1,8 euro al litro pre-pandemia. Ma il prezzo della raccolta di quel litro di olio è aumentato di 2,40 euro. Per la prima volta in molti anni gli ovicoltori stanno così realizzando un buon prezzo. Ma i costi stanno impennando a un livello tale che ora stanno perdendo soldi.
I sussidi dell’Unione europea hanno tamponato la situazione. Ma se fossero tolti, circa 8 agricoltori su 10 di Jaén andrebbero in perdita. Il sussidio europeo appare destinato a ridursi, un fatto che allarma gli agricoltori della provincia.
Occorrerebbe modernizzare l’agricoltura, adottando attrezzature di tipo industriale. Ma la cosa è assai difficoltosa, per non dire impossibile. Il problema è che la gran parte dei boschi si trova su colline impervie, sulle quali i raccoglitori di olive – trattori costosissimi da 500 mila dollari – non riescono ad arrivare. Così la capitale dell’olio d’oliva rischia di scomparire.
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