Insulta la prof a lezione, il giudice Offendere un docente non è reato - meteoweek.com
Insulta la professoressa di lettere mentre fa lezione, ma arriva la sentenza del giudice: “Offendere un docente non è un reato”. Archiviato il procedimento, ma c’è amarezza tra i membri del personale scolastico.
Il caso è stato archiviato dal verdetto del giudice. Gli insulti, infatti, non avrebbero leso “il prestigio della pubblica funzione svolta” dalla professoressa di lettere, alla quale sono stati rivolti epiteti aggressivi mentre faceva lezione in classe. L’episodio risale al 2017, ed è avvenuto presso un istituto del sorano.
È stata la stessa docente a raccontare quanto accaduto e a denunciare il tutto alla procura della Repubblica di Frosinone. A distanza di 5 anni, però, si è calato il sipario su una vicenda che le ha lasciato soltanto tanta amarezza.
“Ero in classe, stavo svolgendo il mio lavoro ed interagendo con i miei studenti. All’improvviso nella mia aula piombò un tizio che, inserendosi nel confronto con i miei studenti, iniziò a prendere parte alla controversia scoppiata tra alunni strattonandone uno”. Esordisce così il racconto della docente, rimasta suo malgrado vittima della vicenda.
La professoressa di lettere, alla luce del comportamento dell’uomo (il cui ruolo era quello di accompagnare gli alunni ospiti di una casa famiglia presso l’istituto) avrebbe chiesto all’intromesso di uscire dalla classe. “Di tutta risposta, però, mi apostrofò con tono aggressivo ed intimidatorio: ‘Sta svalvolata, fuori di testa, che cazzo dice, lei è pazza’”, avrebbe spiegato la docente.
Il caso è finito in Procura, con la professoressa che ha sporto denuncia per quanto subito. Dopo cinque anni, però, le è stato notificato un avviso con la richiesta di archiviazione della querela. Archiviazione disposta dal giudice di pace il 6 settembre 2022, poiché – si legge nella nota – “per la sussistenza del delitto non è sufficiente l’offesa all’onore del pubblico ufficiale ma è sempre necessario che la stessa si riverberi sulle qualità che riguardano il ruolo pubblico rivestito”.
Ma è tanta l’amarezza della docente. “Purtroppo, il giudice di pace ha confermato l’archiviazione del reato confermando che si può essere insultati in classe davanti ai suoi studenti senza che questo costituisca reato. La lotta contro la violenza anche solo verbale nei confronti dei docenti è decisiva della costruzione della nuova dignità dei lavoratori della scuola”, ha risposto infatti l’insegnante, che mai si sarebbe aspettata un risvolto simile.
Gli atti, però, parlano chiaro: “Sebbene la parte offesa si trovasse a scuola e rivestisse ruolo di pubblico ufficiale al momento dell’offesa”, “non vi è prova alcuna che l’offesa sia stata percepita dai presenti”; oltre al fatto che quelle parole (“pazza”, “svalvolata”, e simili) “certamente hanno leso l’onore della denunciante persona comune ma non il prestigio della pubblica funzione svolta”. Il caso, dunque, pare essersi chiuso così.
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