Alla vigilia del voto italiano arriva la notizia da Washington: il Cremlino avrebbe finanziato partiti politici di oltre 20 Paesi per accrescere la propria sfera d’influenza.
Gli Usa comunicheranno ai singoli governi le informazioni “classificate” sui politici coinvolti nel “soft power” russo.
Dal 2014 – anno dell’occupazione della Crimea – ad oggi Mosca avrebbe trasferito segretamente il suo “oro” (leggi 300 milioni di dollari) a partiti politici, rappresentanti di governo e partiti politici in più di venti Paesi, molti dei quali in Europa. Il Cremlino avrebbe usato i finanziamenti per condizionare la politica interna di questi Stati estendendo l’area del suo “soft power”. E non si tratterebbe che di “cifre minime” rispetto a quelle reali.
La notizia arriva da Washington, a dodici giorni dalle elezioni politiche italiane. A rivelarla è stato un alto funzionario dell’amministrazione Biden durante una conference call, mentre con una mossa inusuale il Dipartimento di Stato rendeva noto un cablogramma indirizzato dal segretario di Stato Usa Antony Blinken a diverse ambasciate e consolati americani all’estero, molti dei quali in Europa, Africa e Asia del sud, manifestando le preoccupazioni statunitensi.
Il messaggio era classificato come ‘sensitive’, ovvero contenente informazioni importanti, ma non ‘classified’, dunque non da tenere strettamente riservato. Esattamente quanto successo: nel giro di poche ore la notizia ha fatto il giro del mondo.
I finanziamenti del Cremlino da tempo nel mirino degli 007 Usa
Inutile dire che la mossa ha parecchio agitato le acque, soprattutto in Europa. In particolare proprio da noi dove, alla viglia del voto politico del 25 settembre, il dibattito è incentrato sulle sanzioni contro la Russia e sull’atteggiamento delle forze politiche nei confronti di Putin.
Nel cablogramma non si fa menzione di nomi di politici e Paesi individuati dall’intelligence americana. Si dice soltanto che Washington informerà direttamente i Paesi coinvolti. Non è la prima volta che gli 007 americani denunciano una campagna di influenza russa a suon di finanziamenti destinati a partiti nazionalisti, anti europeisti e di estrema destra (il 20% del Parlamento europeo).
Anche nel 2016, in un articolo del quotidiano inglese Telegraph, si parlò dell’influenza del Cremlino su alcuni partiti politici europei. E di come l’intelligence americana stesse controllando i finanziamenti russi dell’ultimo decennio a vari partiti europei. Anche allora non trapelarono nomi, anche se sotto la lente dei media finirono partiti in Francia, Olanda, Ungheria, Austria, Repubblica Ceca e Italia. Con la Lega di Matteo Salvini che all’epoca negò – come fa oggi – di essere coinvolta.
Cosa potrebbe succedere nelle prossime ore
Stando ad alcuni media americani la diffusione di questa notizia conferma la linea dell’Amministrazione Biden, decisa a togliere il velo della segretezza sull’influenza coperta di Mosca all’estero. Ma secondo altri può essere invece un tentativo di ingerenza statunitense per inserirsi all’interno delle vicende elettorali dei Paesi della Nato.
Nelle prossime ore è possibile che vengano fuori anche i nomi dei Paesi oggetto dei condizionamenti del Cremlino. E, forse, anche quelli dei politici a “libro paga” di Mosca. E allora ne vedremo delle belle.