L’Italia, come si sa, non deve fare i conti solo con la crisi dell’energia e del clima. Dietro l’angolo c’è anche un’altra crisi, ampiamente sottovalutata, per il nostro Paese: quella della caduta demografica.
Un problema pressante che naturalmente investe in pieno la scuola, come sottolinea il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.
Il ministro Bianchi torna a denunciare, come aveva già fatto a maggio, “un problema di caduta demografica“ “Negli anni scolastici 20/21 e 22/23” spiega Bianchi, “abbiamo perso quasi 300 mila studenti. La previsione è che ci saranno 1,4 milioni di bambini in meno in 10 anni. C’è attenzione che deve essere posta a questa che è emergenza nazionale. Si pongano i bambini al centro dell’attenzione”.
Le scuole riaprono, ricorda Bianchi, con il “95% dei docenti” a coprire le cattedre. A mancare sono soltanto “alcune sostituzioni per malattie e imprevisti”. Ma si tratta di una “quota minima del 5%” che si ritrova in ogni contesto lavorativo. Così spiega il ministro dell’Istruzione che rivendica il numero record di concorsi. “Abbiamo 800 mila docenti e 600 mila unità di personale tecnico-amministrativo abbiamo fatto una quantità enorme di assunzioni, sette concorsi in un anno e mezzo e non era mai successo. Abbiamo assunto l’anno scorso 61 mila docenti, questo anno sono già stati assunti oltre 50 mila e 25 mila stanno concludendo i concorsi”.
Rimangono meno di 150mila precari che “vanno spacchettati – dice Bianchi – ce ne sono 91 mila che sono insegnanti di sostegno in deroga, perché nessun Paese al mondo come noi ha attenzione per l’inclusione e la settimana prossima siamo stati chiamati a spiegare il nostro modello all’Onu”. Il ministro ricorda la norma “per cui anno per anno i bambini che hanno problemi si fanno fare un certificato e noi dobbiamo dare loro un insegnante di sostegno. Non possono essere assunti”.
Dei restanti precari, circa 40 mila, “il 5% sono quelli della rotazione”. Levati poi gli insegnanti in malattia, in maternità e quelli che fanno attività politica o sindacale, “una quota a tempo determinato ci deve essere sempre, perché è quella che permette di far ruotare il sistema”, spiega il ministro. Ma non è finita: “Siamo facendo i concorsi”, aggiunge Bianchi. “Ci siamo impegnati con l’Ue a fare l’anno prossimo 70 mila assunzioni e verranno fatte. Abbiamo fatto tutte le assunzioni e continueremo a farne secondo il piano triennale”.
Alla fine dei conti, gli insegnanti in ruolo sono “sostanzialmente più di 700 mila” e “dall’altra parte abbiamo supplenze annuali che sostanzialmente coprono le attività e vengono assegnate dal primo settembre in avanti”.
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