I russi hanno violato le loro stesse regole di censura pur di entrare in possesso di alcune informazioni relative alle notizie di tutti i giorni. Che cosa è successo di preciso?
La vicenda vede come protagonisti i giornalisti della testata di lifestyle Kyky, i quali hanno iniziato a trovarsi in netta difficoltà a causa del blocco totale delle visite provocato dalla censura della Russia. A partire da inizio 2021 il sito ha avuto un crollo immediato, e lo possiamo capire leggendo la testimonianza di Sasha Romanova, la direttrice di Kyky: “Prima del blocco, avevamo quasi 5 milioni di visite mensili”.
Data la situazione oramai drastica, la rivista ha deciso di reagire; visto e considetato che i lettori in Bielorussia non potevano accedere al sito, Kyky ha iniziato a registrare altri domini dove ospitare i suoi articoli: “Abbiamo iniziato a comprare domini con nomi stupidi“, dichiara Romanova. E a parte permettere agli utenti di leggere i media indipendenti, il nome dei portali erano pensati per prendere in giro il governo del presidente bielorusso Alexander Lukashenko.
Ma non è stato soltanto questo progetto a consentire ai giornalisti di tornare alla ribalta, infatti la diffusione di un programma chiamato Samizdat Online ha permesso di visualizzare i siti web bloccati, inoltre non richiede alcuna conoscenza tecnica per essere utilizzato. Ne parla Yevgeny Simkin, il Co-Fondatore di Samizdat Online e fondatore di una società di ingegneria del software, dicendo che sia stato concepito per aiutare le persone in Russia a livello notiziario: “L’operazione di propaganda di Putin è probabilmente l’unica processo efficente che hanno. Almeno in questa fase, minare questa operazione non è così complicato dal punto di vista tecnologico“.
Ma come ci sono riusciti nonostante il blocco mediante Dns? Semplice: Samizdat Online ripubblica gli articoli dei siti censurati su nuovi domini: “Creiamo e registriamo una grande quantità di domini con nomi dall’aspetto casuale“. Ora come ora la sua homepage ospita le notizie, ma dalla prossima settimana apparirà come una piattaforma di news tradizionale, suggerendo articoli delle pubblicazioni e fornendo link Sos condivisibili ai loro siti web originali.
Lo spieghiamo meglio con un esempio:
ogni volta che si accede al sito del Moscow Times utilizzando Samizdat Online, il portale apparirà su un dominio diverso. Quando si apre la homepage ci viene mostrato il dominio sfzgohtwrm.net, metrre il resto dell’Url è costituito da una lunga stringa di caratteri e lettere che criptano i dati della pagina che si sta visitando, come il Css necessario per visualizzare correttamente il sito. Ma quando clicchiamo su un articolo nella parte superiore della homepage, veniamo reindirizzati al dominio raul.help.
Infine, secondo Simkin sono due gli elementi principali nella gestione di Samizdat Online. Il primo, ovviamente, è che sia un server primario che genera e memorizza i domini, il quale conserva anche un elenco dei siti che il gruppo sta diffondendo e le regole per visualizzarli. Il secondo fattore, invece, è costituito da una serie di server decentralizzati che registrano i domini e li ospitano: “Questi domini vengono poi inclusi nella randomizzazione per la generazione dei link“.
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