Meno disoccupati in Italia, ma per i salari è allarme rosso

Ocse: disoccupazione in calo in Italia, ma preoccupa il problema della perdita del potere d’acquisto dei salari.

Solo la Spagna ha dati peggiori dei nostri. Colpa della guerra in Ucraina che taglierà i salati dei lavoratori italiani, dice l’Ocse.

Ombre e luci per il mercato del lavoro italiano secondo l’Ocse – Meteoweek

Regge in Italia il mercato del lavoro, che dimostra di essere più robusto di quel che si pensava. Lo mostrano i livelli di occupazioni, praticamente ritornati ai livelli pre-pandemia. Ma a destare preoccupazione sono altri fattori. In primo luogo le “nubi della guerra” e la conseguente inflazione. Quest’anno la perdita del potere d’acquisto eroderà del 3% stipendi e salari. Peggio farà solo la Spagna, l’unica ad avere un dato superiore a quello dell’Italia.

A dirlo è l’Ocse nel suo ultimo report (Employment Outlook 2022) sulle prospettive dell’occupazione. In un focus dedicato al mercato del lavoro italiano si legge: Il mercato del lavoro ha continuato a migliorare nei primi mesi del 2022 portando il tasso di disoccupazione al 7,9% a luglio, ancora ben al di sopra della media Ocse del 4,9% – è scritto nel report – a giugno 2022, il tasso d’occupazione era al 60,1%, 1,1 punti percentuali al di sotto del livello del dicembre 2019. L’aumento del tasso di occupazione è stato maggiore per gli uomini (cresciuto di 1,2 punti percentuali fino al 69,1%) che per le donne (+0,9 punti percentuali per arrivare a 51%)”.

L’Ocse evidenzia come il ricorso alla cassa integrazione abbia mitigato gli effetti della pandemia sul mercato del lavoro italiano. Così, malgrado la netta diminuzione delle ore lavorate, il picco del tasso di disoccupazione è stato contenuto: solo di mezzo punto percentuale rispetto al record negativo del dicembre 2019.

L’inflazione si “mangia” i salari

Le preoccupazioni maggiori arrivano da un altro fronte: quello dei salari reali. Per salario reale, ricordiamo, va intesa la quantità di beni che un lavoratore riesce ad acquistare con la sua paga. Non si tratta dal valore assoluto del salario (cioè il salario nominale), ma di quello che il lavoratore può acquistare col denaro che riceve dal datore di lavoro.

Da questo punto di vista, osserva l’Ocse, “nonostante l’aumento della tensione nel mercato del lavoro, la crescita salariale nominale rimane debole in Italia”. Lo prova il fatto, sottolinea il report, che “nel secondo trimestre 2022, la crescita annua dei salari orari negoziati è rimasta intorno all’1%, mentre l’inflazione ha raggiunto il 6,9% (contro una media Ocse del 9,7%)”.

Da qui le proiezioni dell’Ocse, secondo cui salari reali in Italia di fatto caleranno del 3% durante il 2022, contro una media europea del 2,3%.

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