Lo studio sugli effetti dei cellulari sempre più parte integrante della nostra vita quotidiana, si usano praticamente sempre, sia per chiamare, giocare, chattare e lavorare, si arricchisce di un nuovo interessante report, che lancia preoccupanti allarmi nel momento in cui uso fa rima con abuso.
Ne sono fermamente convinti i ricercatori dell’Oregon State University, che hanno analizzato alcuni esperimenti sui moscerini della frutta esposti alla luce. Test che evidenzierebbero un invecchiamento precoce, per coloro che utilizzano troppo gli smartphone.
Ormai, da tempo, il cellulare si è evoluto. Da mezzo per le chiamate, in entrata e in uscita, è diventato un prodotto usufruibile per qualcosa cosa, grazie alle sue miriadi di app. Ma al di là di queste funzioni, è proprio un problema di dispositivi.
La luce blu, per esempio, sta diventando sempre più diffusa nell’illuminazione artificiale, sollevando preoccupazioni sul suo potenziale pericolo per la salute degli esseri umani. In effetti, i medici dell’Oregon State University portano prove che suggerirebbero che l’esposizione acuta alla BL può portare a stress ossidativo e morte di cellule retiniche specializzate per la fotoricezione.
Studi recenti su Drosophila melanogaster hanno dimostrato che l’esposizione cronica a BL per tutta la durata della vita porta a un invecchiamento accelerato che si manifesta con una ridotta durata della vita e neurodegenerazione cerebrale anche nelle mosche con occhi geneticamente ablati, suggerendo che BL può danneggiare cellule e tessuti non specializzati per la percezione della luce.
A livello fisiologico, fanno notare i ricercatori, l’esposizione a BL altera la funzione dei mitocondri nelle mosche, ma le basi metaboliche di questi effetti non sono state studiate. “Abbiamo studiato gli effetti del BL cronico sulle vie metaboliche nelle teste degli occhi assenti, mosche mutanti al fine di concentrarci sui tessuti extra-retinici – si legge sulla rivista Frontiers in Aging, che ha pubblicato la ricerca in questione – abbiamo confrontato i profili metabolomici nelle mosche mantenute per 10 o 14 giorni in BL costante o oscurità costante, utilizzando LC-MS e GC-MS. L’analisi dei dati ha rivelato alterazioni significative nei livelli di diversi metaboliti, suggerendo che le vie cellulari critiche sono interessate dalle mosche esposte a BL”.
Quella luce blu è presente nei LED, diventati nel frattempo l’illuminazione principale negli schermi non solo di smartphone, ma anche di desktop e TV, per esempio. L’esposizione degli essere umani alla BL è praticamente totale. Con tutto ciò che ne comporta: obesità, problemi di sonno, problemi psicologici. Alla resa dei conti si torna al solito consiglio: il cellulare va utilizzato in quanto svolta, ma mai abusarne.
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