Morto in circostanze sospette il figlio di Clara Ceccarelli, la commerciante uccisa dal suo ex un anno e mezzo fa nel suo negozio nel centro di Genova.
Un brutale delitto che sconvolse la città. Adesso un nuovo giallo per la morte del figlio della negoziante: gli inquirenti sospettano che possa essere stato avvelenato. Diverse le piste battute dagli inquirenti.
È morto Mauro Risone, 41 anni. Era il figlio della commerciante Clara Ceccarelli, uccisa con oltre 100 coltellate dal suo ex nel suo negozio a Genova, in pieno centro. Una morte sospetta quella di Risone, disabile e diabetico. L’uomo è morto il 3 luglio all’ospedale Galliera, dove era stato ricoverato perché vomitava sangue. Per lui non c’è stato niente da fare.
I medici gli avevano scoperto tre ulcere provocate da sostanze caustiche. Per farla breve: aveva del detersivo nello stomaco. Come e perché lo avesse ingerito è tutto da chiarire. Per fare luce su questo fatto serviranno i risultati dell’autopsia, eseguita dal medico legale Camilla Tettamanti. Sono attesi anche quelli degli esami tossicologici.
Lo stesso ospedale ha allertato gli investigatori della squadra mobile. Nelle scorse settimane hanno ascoltato la badante del nonno (presso il quale viveva Mauro Risone) oltre alla coppia che aveva la tutela legale del figlio di Clara Ceccarelli.
Le ipotesi sulla morte di Risone
Tra le ipotesi prese in considerazione dagli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Paola Crispo, c’è la pista dell’eredità. Il 41enne Mauro Risone risultava essere l’unico parente diretto della negoziante uccisa. A lui era spettata dunque la sostanziosa eredità della madre (135 mila euro e cinque appartamenti).
Un’altra pista battuta dagli inquirenti è quella del bullismo: Mauro Risone potrebbe essere finito nel mirino di alcuni buli che potrebbero averlo costretto a bere il detersivo. Il l 19 febbraio 2021 la madre del 41enne era stata accoltellata a morte all’interno del suo negozio nel centro di Genova, poco prima dell’orario di chiusura.
Clara Ceccarelli aveva lasciato il suo compagno – Renato Scapusi, che non c’entra nulla con l’inchiesta per la morte di Mauro Risone – per via della sua dipendenza dal gioco. Dopo averla uccisa con più di 100 coltellate, Scapusi si era dato alla fuga. Poi però gli agenti delle volanti e della squadra mobile lo hanno rintracciato nei pressi dell’ospedale Galliera mentre tentava di suicidarsi.
Una morte annunciata, quella della negoziante, come tante altre. La donna aveva paura del suo ex – adesso condannato all’ergastolo – al punto da essersi già pagata la spese del funerale.