Si riaffacciano di nuovo i timori per il prezzo del grano nei mercati. Dopo la tregua di Putin legata all’intesa sulle spedizioni di grano dall’Ucraina, il leader russo vorrebbe limitare le esportazioni di grano in Europa
L’allerta sul prezzo del grano e più in generale sull’inflazione alimentare, torna a far paura ai mercati. Dopo una tregua data dall’intesa sulle spedizioni di grano dall’Ucraina, Putin ha riacceso il dibattito su un’altra materia prima importante per l’Europa e per il mondo, al pari del gas.
Putin, qualche giorno fa, aveva detto, proprio a questo proposito:«Abbiamo fatto di tutto per garantire che il grano ucraino venisse esportato. Lo abbiamo fatto insieme alla Turchia. Se escludiamo la Turchia come Paese intermediario, quasi tutto il grano esportato dall’Ucraina non viene inviato ai Paesi in via di sviluppo più poveri, ma ai Paesi dell’Ue».
E qui ha poi aggiunto:«Forse dovremmo pensare di limitare l’export di grano e altri alimenti lungo questa rotta (fra l’Ucraina e l’Europa, ndr). Credo proprio che ne parlerò con il presidente turco Erdogan. Dopotutto, siamo stati noi a elaborare il processo di esportazione dei cereali ucraini».
Queste parole hanno fatto salire del 7% circa le quotazioni futures sul grano di Chicago. Il contratto ha avuto un rialzo di 0,5% alle 11:15 di Singapore lo scorso giovedì. Anche il grano di Parigi ha avuto un rialzo.
Dopo le minacce inerenti la questione del gas, sono giunte anche quelle che riguardano il grano. L’intesa di esportazione redatta a luglio e che Putin minaccia di modificare, è stata fatta con la mediazione di Turchia e Nazioni Unite. Vale per 120 giorni e i mercati restano vulnerabili a qualunque decisione dei politici in merito alla sua esportazione.
Uno stratega agricolo, Tobin Gorey, ha detto che il mercato del grano mostra una certa sensibilità «a qualsiasi suggerimento che il corridoio potrebbe essere chiuso o, come in questo caso, ristretto. Con l’accordo iniziale che scadrà a novembre, il presidente della Russia sta forse preparando una premessa per un’estensione».
In questo contesto, la Russia sta cercando di esportare il suo raccolto di grano, che è stato molto abbondante quest’anno. Ma le spedizioni dei mesi scorsi, ossia luglio e agosto, si sono ridotte del 22% rispetto al 2021. Le vendite di cibo sono state esentate dalle multe occidentali, anche se ci sono banche e spedizionieri che non si fidano a fare affari con loro.
Arlan Suderman, capo economista materie prime di Stone X Usa, ha commentato che a suo parere, il leader russa, non abbia nessun interesse a far beneficiare l’Ucraina di grosse vendite di grano, in una fase in cui quelle del suo Paese si sono ridotte nonostante ci sia stato un raccolto molto abbondante.
Dunque, il mercato del grano potrebbe oscillare di nuovo se vi fossero nuove minacce riguardo alle esportazioni in Europa o, nel peggiore dei casi, di una cancellazione dell’intesa da parte della Russia.
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