Ricordiamo tutti il famoso film Armageddon, con Bruce Willis e Ben Affleck alla guida di due astronavi che avevano il compito di distruggere un asteroide gigante che, se avesse colpito la Terra, ne avrebbe provocato la distruzione totale.
La pellicola del 1998 è stato una sorta di pietra miliare nella (fanta)storia di possibili danni arrecati alla Terra da eventuali collisioni con un asteroide di tali dimensioni, ma la trama non era poi così lontana dalla realtà attuale: navicelle spaziali che si incontrano (o si scontrano) con un corpo celeste potenzialmente pericoloso per il nostro Pianeta.
La NASA deve aver pensato a fondo a questa eventualità, magari prendendo spunto da studi più scientifici e accreditati di quelli usati per la trama di un film, ma tant’è: a fine settembre una navicella spaziale, al secolo DART, si schianterà contro un asteroide molto grande, Dimorphos. La Terra è davvero così in pericolo?
Dimorphos è un asteroide già noto agli scienziati, che da tempo (mesi ormai) sta viaggiando nello spazio e che è stato preso di mira da DART, la navicella a sua volta già in viaggio nello spazio pronta a schiantarsi deliberatamente contro il corpo celeste.
L’impatto avverrà presumibilmente intorno alle prime ore del 27 settembre 2022 prossimo, alla velocità di 4 miglia al secondo, pari a oltre 6 km secondo dunque. Un impatto studiato e programmato dagli scienziati per capire se, in caso di necessità, una navicella di questo genere sia in grado di deviare la rotta di un asteroide o di qualunque altro corpo celeste in rotta di collisione con la Terra.
“Sappiamo che gli asteroidi ci hanno colpito in passato. Questi impatti sono un processo naturale e accadranno di nuovo in futuro – ha spiegato l’esperto Alan Fitzsimmons, astronomo della Queen’s University di Belfast – Vorremmo fermare quelli più pericolosi. Il problema è che non abbiamo mai testato la tecnologia necessaria per farlo. Questo è lo scopo di DART“.
Si sa infatti che asteroidi molto grandi hanno colpito la Terra in passato, anche con conseguenze disastrose. Uno, quello forse più famoso anche se non ha mai avuto un nome, è quello che 66 milioni di anni fa ha (presumibilmente) causato l’estinzione dei dinosauri e di quasi tutte le forme di vita presenti sulla Terra.
Naturalmente all’epoca non era pensabile di poter prevedere e contrastare uno schianto del genere, mentre oggi con le tecnologie a disposizione e con le necessarie prove di test, un eventuale schianto potrebbe essere previsto con largo anticipo e si potrebbe evitare.
E lo schianto di DART serve proprio a capire se sia possibile deviare la traiettoria di un grande corpo celeste che si avvicinasse ed entrasse in rotta di collisione con la Terra.
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