L’ex maestra d’asilo del 30enne si è espressa così su Benno Neumair al processo contro di lui, per il delitto dei suoi genitori
Doriana Baracca, ex maestra d’asilo di Benno, sentita nel corso del processo contro il 30enne per il delitto dei suoi genitori, Peter Neumair e Laura Perselli, ha raccontato che il giovane Neumair era «un bambino con dei problemi e io lo dissi a sua mamma Laura.
Lei però rispose che lo aveva portato da una sorta di stregone, durante le loro vacanze a Bali, per togliere a Benno gli “spiritelli maligni”, così disse, visto che una notte lo avevano sorpreso con un coltello in mano di fronte alla sorellina Madè.
Io rimasi shoccata da quella risposta. Mi disse anche che il suo ex marito, morto suicida anni prima, era proprio uno psicologo: io compresi allora che lei non avrebbe mai portato suo figlio Benno da uno psicologo»
Con queste parole, l’ex maestra d’asilo di Benno, a Bolzano, ha dato la propria testimonianza nell’ambito del processo per il doppio delitto di Laura Perselli e Peter Neumair. La donna ha anche raccontato che il 30enne aveva un carattere molto introverso e si isolava. Nonostante ciò, la maestra lo ricorda come un bimbo “intelligente e ubbidiente”, che alle maestre non creava problemi. Tuttavia, a tal proposito, la donna tiene a sottolineare che «al tempo stesso, dimostrava di avere bisogno di un aiuto psicologico che sua madre non gli diede. Mi dispiace dirlo ora che la madre è morta ma credo che ci siano delle responsabilità che rimangono».
Baracca non è stata l’unica a essere sentita nel corso dell’udienza. A parlare, infatti, è stata anche la zia di Benno, Elisabetta Perselli (che tra l’altro è l’unica parente che è andata a fargli visita in carcere dopo che lo avevano arrestato).
La donna ha spiegato che il rapporto con sua sorella Laura era alquanto litigioso, dicendo che aveva un “carattere difficile”. Ha detto di non aver mai pensato che fosse stato Benno a commettere i due omicidi, finché non lo hanno arrestato. Inoltre, ha detto di averlo incontrato qualche giorno prima, nel periodo in cui si cercavano Laura e Peter, e di aver fatto caso a un particolare, ossia «gli occhi da squalo: immobili e inespressivi, non trasmettevano alcuna emozione. Secondo me era, ed è ancora, un uomo disperato», ha poi concluso la zia del 30enne.