Strage Canada, trovato morto uno dei due killer: si tratta di Damien Sanderson, 31 anni. L’altro, suo fratello, sarebbe ferito, ma è ancora in fuga. Prosegue la caccia all’uomo.
La polizia canadese ha trovato il corpo di uno dei due fratelli ricercati per la strage avvenuta domenica scorsa, nella provincia del Saskatchewan. Si tratta di Damien Sanderson, 31 anni. Secondo quanto dichiarato da un ufficiale, pare che sul suo cadavere non siano state ritrovate lesioni riconducibili a ferite autoinflitte, ma sul caso non sono stati divulgati ancora dettagli.
Sanderson è stato ritrovato presso la James Smith Cree Nation, la comunità indigena dove viveva la maggior parte delle vittime. Suo fratello, Myles, è tuttora latitante, e la polizia lo indentifica come persona estremamente pericolosa. Già noto alle forze dell’ordine, sull’uomo pende una “lunga serie di procedimenti penali per reati contro la persona e la proprietà”. Non si esclude che anche lui possa essere rimasto ferito nello stesso conflitto in cui è rimasto coinvolto il fratello. Nel frattempo, la caccia all’uomo prosegue.
La caccia all’uomo prosegue: “Qualcuno là fuori sa qualcosa“
Tragico massacro, quello avvenuto domenica scorsa in Canada, nella provincia del Saskatchewan. La polizia sta attualmente indagando su 13 diverse scene del crimine. Il bilancio confermato della strage, compresi i Sanderson, è di 11 persone morte e 19 ferite, spiegano le fonti locali. Il movente dietro una simile violenza rimane ancora sconosciuto, con i due fratelli che sono accusati di omicidio. Uno è stato ritrovato morto “in un’area erbosa in prossimità di una casa che era già stata esaminata”; l’altro è ancora a piede libero, armato.
Lunedì sera, il capo Bobby Cameron della Federation of Sovereign Indigenous Nations, che rappresenta tutte le 74 Prime Nazioni del Saskatchewan, ha esortato i residenti a riferire qualsiasi informazione sugli attacchi abbiano in loro possesso. “Qualcuno là fuori sa qualcosa“, ha detto in una nota Cameron. “Vi preghiamo di farvi avanti per il bene di tutte le famiglie”, si legge nell’appello. A Regina, il capoluogo dove i sospetti sono stati visti l’ultima volta in vita, le comunità sarebbero definite ancora in pericolo.
“Ogni volta che viene trasmesso un nuovo avviso… le famiglie e le comunità trattengono il respiro per paura di nuovi decessi o feriti”, ha affermato Cameron. “Questo tipo di violenza, o qualsiasi altro tipo di violenza, non ha posto nel nostro paese”, ha affermato il primo ministro Justin Trudeau. E ha poi affermato che “tragedie come queste sono diventate fin troppo comuni”. Alla luce di quanto successo, le comunità dei saskatchewani e tutti i canadesi si definiscono uniti, in questi “tempi di difficoltà e angoscia”.