Lo chef Vissani denuncia di aver ricevuto una bolletta allucinante nel suo ristorante umbro. Un aumento a dir poco vertiginoso che lo ha lasciato senza parole
Chef Vissani ha denunciato di aver ricevuto una bolletta salatissima nel suo ristorante sito in Umbria. Fino all’anno scorso, spiegano Gianfranco Vissani e il figlio Luca, «la bolletta dell’energia elettrica era di 5.900 euro, quest’anno siamo chiamati a pagare 16.500 euro e per agosto è atteso un ulteriore rincaro del 20%. Se ci vogliono far chiudere basta che ce lo dicano».
Vissani ne ha parlato con l’Ansa, facendo anche vedere le bollette. Il loro ristorante è situato sul lago di Corbara, non lontano da Orvieto. Padre e figlio si chiedono come fare per continuare a lavorare. Luca racconta che «qualcuno ho visto che mette negli scontrini il costo di luce e gas. Se dovessi fare la stessa cosa dovrei spalmare sul conto dei clienti mille euro al giorno, dato che il nostro ristorante resta aperto 16 giorni al mese».
I Vissani spiegano di aver scelto di non mettere mano ai prezzi, nonostante il costo delle materie prime sia salito alle stelle. Tuttavia, avvisano che in questo modo non è possibile proseguire nel “fare impresa” nel nostro Paese.
Gianfranco Vissani evita di toccare il tema politico e neppure quello delle elezioni, che tra l’altro avranno luogo il prossimo 25 settembre, «ma di certo serve che oggi tutti i partiti trovino un’intesa per salvare questa nostra piccola Italia. Tutti insieme devono tirarci fuori dal baratro in cui siamo finiti».
Oltretutto, lo chef fa un bilancio dei turisti che sono venuti quest’estate a trascorrere le vacanze in Italia, e ha notato che un certo tipo di turisti ha optato solo per determinate aree del nostro Paese, come, ad esempio, la zona della costiera Amalfitana oppure quella toscana di Forte dei Marmi.
Ha poi spiegato che in altri luoghi «come ad esempio i nostri territori, ho visto con i miei occhi tanti stranieri fare spesa nei supermercati e mangiare nelle case prese in affitto». Oltre a ciò, Vissani sottolinea l’essenzialità di un intervento politico sostanzioso, che tenda a supportare «imprese e persone davvero bisognose e quindi basta con questo reddito di cittadinanza. Chi andrà a governare pensi ad aumentare gli stipendi e ridurre la pressione fiscale», ha chiosato lo chef.
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