L’assalto dei politici sbarcati su TikTok: quanto i social media possono spostare i voti? Quando possono realmente influenzare i consensi degli italiani? Ecco una breve analisi degli esperti della comunicazione.
Secondo i dati di Eurostat, nei paesi UE il 57% dei cittadini di età compresa tra 16 e 74 anni fa uso dei social network. Mentre quasi il 50% dei cittadini, inoltre, usa ogni giorno i social media sia passare qualche minuto di svago, che per informarsi. Non risulta perciò difficile immaginare quanto possa essere importante, soprattutto durante la corsa elettorale, sfruttare i social network a favore della propria visibilità.
E non esistono certo solo Facebook, Twitter, YouTube, Instagram. L’ultimo arrivato TikTok, si classifica come il social media più usato dai giovanissimi. Lo spiega persino Silvio Berlusconi, nel suo primo video pubblicato sulla piattaforma. Mentre Matteo Renzi – anche lui approdato di recente sul social – ironizza sul fatto che ormai mancano solo 24 giorni alle elezioni.
Ma quanto TikTok può spostare i voti degli italiani?
Sebbene non sia fattibile un totale ribaltamento dei consensi a meno di un mese dal voto, l’assalto dei politici ai social media – soprattutto di TikTok – ha un suo perché. A spiegarlo sono anche quelli che i social media li studiano e sanno come usarli. Gli esperti della comunicazione, infatti, spiegano che la presenza, se mantenuta in maniera corretta e continuativa, sui social è in grado di incidere in piccola parte sui consensi. A patto che, però, il politico in questione ci sappia fare: “Un politico che interviene sui social a tre settimane dal voto diventa solo un venditore perché non ha sedimentato la propria identità”, ha spiegato all’AGI Antonio Noto. Del resto – ed è vero – “spesso il modo di comunicare, soprattutto su TikTok, è terribile. Peraltro i video valgono di più su Facebook”.
Non contano i numeri, non è una corsa all’ottenere più followers dei rivali. È importante, infatti, avere una valida strategia comunicativa. Basti pensare, ad esempio, al caso dei pentastellati: “Quando il M5s comunicava soltanto sui social stava al 7-8%, è cresciuto in modo vertiginoso con il passaggio alla Tv, che ancora è la forza trainante del consenso”, ha infatti spiegato ancora Noto. A chi invece teme o sospetta che l’assalto dell’ultimo minuto ai social possa apportare qualche vantaggio concreto ai partiti, Klaus Davi sottolinea: “La credibilità la dà soltanto la continuità, i fenomeni social nascono nel tempo, come la Ferragni o le altre superstar della rete. C’è bisogno di un rodaggio di qualche anno, cosa vuoi incidere in due settimane? Zero”.
Al di là di questo, però, aprire e sfruttare i social per comunicare con quelli che sono (o potrebbero diventare) i propri elettori, rimane una scelta utile se si vuole fare una campagna completa. “I leader politici sono stati costretti ad aprire profili perché non c’è più una differenza rilevante tra un elettore, un utente social e uno spettatore televisivo. La scelta dei cittadini sarà influenzata da tutte le informazioni ricevute, anche da quelle sul web” conclude Gaetano Masi.
Nel frattempo, queste le preferenze degli italiani
Nel frattempo, dall’ultimo sondaggio sulle preferenze di voto degli italiani, è emerso il clamoroso strappo tra Azione di Carlo Calenda e il Pd di Enrico Letta. Una rottura che ha riportato a riscrivere il perimetro dell’alleanza di centrosinistra e alla nascita di un “Terzo Polo”, che conta l’unione di Azione di Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi.
Per ciò che riguarda le singole liste, invece, quella più irremovibile rimane Fratelli d’Italia, che si presenta attualmente come il primo partito italiano col 24,3% dei consensi. Al secondo posto il Pd (22,7%), mentr al terzo e quarto rimagnono ancorati stabilmente la Lega (13,4%) e il Movimento 5 Stelle (10,9%). Segue Forza Italia, alle cui spalle si posiziona il Terzo Polo (Azione e Italia Viva) con un buon 5,9%. L’alleanza tra Verdi e Sinistra rimane invece sotto il 4%.