Caro energia, termosifoni un’ora in meno a massimo a 19 gradi. Questo è quanto disposto dal piano di razionamento avanzato dal governo. Ma chi controlla e vigilia sulle irregolarità?
Il caro consumi e il nodo dei costi energetici finisce al centro dell’attenzione dei governi europei. Le filiere produttive energivore sono a rischio stop, mentre i prezzi (e le azioni) salgono alle stelle. Sono ormai diversi i paesi che hanno dunque scelto di applicare la linea della prudenza, andando a correggere le abitudini dei cittadini così da risparmiare sui consumi e far arrivare a casa bollette meno care.
Al di là delle misure applicate da Germania, Francia o Spagna, e al di là di quello che è stato avanzato da Sima – che chiede al governo di istituire l’ora legale tutto l’anno, sventolando numeri e risparmi da capogiro – l’esecutivo italiano ha deciso di intervenire con un piano di razionalizzazione di utilizzo delle risorse, così che oltre a risparmiare denaro, si possano risparmiare anche gas ed elettricità. In questo senso, è stato disposto l’abbassamento di un grado della temperatura massima degli impianti di riscaldamento. Senza contare lo studio in atto da parte del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che sta valutando l’ipotesi di ridurre di due gradi la temperatura massima e due ore il tempo massimo di utilizzo dei termosifoni nelle località dal clima più mite.
Le nuove regole disposte dal governo valgono sia per le abitazioni, che per uffici pubblici e privati. L’obiettivo è quello di ottimizzare l’uso delle risorse energetiche, evitando tutti i possibili sprechi. I termosifoni rimarranno accesi per un’ora in meno, e si parla di un tetto di massimo 19 gradi.
Ma come controllare che la razionalizzazione di utilizzo delle risorse venga rispettata? Come evitare le irregolarità? Gli amministratori di condominio, nel caso in cui nel palazzo vi sia un impianto di riscaldamento centralizzato, saranno responsabilizzati nel garantire il rispetto di tali misure.
Tuttavia, saranno possibili anche blitz e controlli a campione effettuati dalla polizia locale. E questo non solo nei condomini, ma anche nei negozi e negli uffici aperti al pubblico. Nel caso di abitazioni con riscaldamento autonomo, però, il discorso si complica, e al momento non è possibile prevedere una risposta in merito. Altamente improbabile, del resto, che i vigili urbani abbiano modo di entrare nelle case dei cittadini per verificare l’effettivo rispetto delle limitazioni.
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